rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Francesco Pellegrini e le "Canzoni che non esistono" scritte a casa di Virzì: "Dentro ci sono io, Livorno e..."

Intervista al Maestro già chitarrista degli Zen Circus e fondatore dei Criminal Jokers che, da settembre, porta in tour i suoi pezzi segreti. In primavera il primo album da solista

Francesco "Maestro" Pellegrini, 35 anni, livornese e musicista, già fondatore dei Criminal Jockers e chitarrista degli Zen Circus, cambia pelle un'altra volta e in versione acustica porta in tour da settembre le sue "Canzoni che non esistono". Per ora. In primavera uscirà infatti il suo primo disco di inediti da solista e, in totale controtendenza con l'universo musicale odierno in cui una visualizzazione in più o in meno può cambiare il destino di una canzone, "Maestro" Pellegrini propone brani ignoti, mai ascoltati, mai promossi se non sul palco. Un concerto a scatola chiusa, in sostanza, che sabato 14 dicembre sarà proprosto al Teatro dell'Ordigno di Vada per la penultima data del tour.

Come nasce l'idea di un tour con canzoni totalmente in anteprima? È una scelta controcorrente in questo momento in cui le visualizzazioni sono l'ago della bilancia.
"Sentivo forte l'esigenza di suonare le mie canzoni e il modo più immediato era saltare lo step dell'uscita programmata e provare a vedere che succedeva regalandole direttamente al pubblico. Io e Leonardo Fontanelli (dell'agenzia Locusta) non sapevamo come sarebbe andata quando abbiamo avuto l'idea e non ci aspettavamo certo che sarebbero arrivate poi quasi 30 date. Ho sentito un grande appoggio da parte degli addetti ai lavori nel proporre e promuovere delle vere e proprie anteprime. Sul palco, durante il tour, sono accompagnato spesso da mio padre che è un grande pianista. È la prima volta che condividiamo tanto tempo insieme ed è stato un momento importante per noi, per conoscerci e riscoprirci.

Pellegrini, quando la musica è di casa: padre e figlio insieme nel Duo Magenta

Come sono nate le canzoni del disco, ancora senza un titolo, che uscirà in primavera?
Ho avuto la fortuna di vivere per quasi tre anni in affitto nella casa livornese del regista Paolo Virzì, un posto bellissimo, pensato dalla mente di un artista, con un pianoforte a muro che per me, che pure non sono un pianista, è stato un richiamo. Per due anni ho scritto solo canzoni al pianoforte, tirando fuori tutto quello che avevo bisogno di raccontare. È stata quasi un'autoanalisi. Nel disco ci sarà tanto di me, di Livorno che è la mia città e lo sarà sempre anche se adesso vivo a Padova. E poi ci saranno tanti ospiti.

Siamo quasi al termine di questo tour iniziato a settembre, è tempo di bilanci.
Sono molto contento di come è andata, era una specie di esperimento ed è assolutamente riuscito. Adesso ho una gran voglia di far uscire il disco e di tornare a suonare live con la band.

maestro pellegrini-2

Fai parte degli Zen Circus e in passato sei stato fondatore dei Criminal Jokers, a marzo esce il tuo album da solista. Che differenza c'è tra stare sul palco facendo parte di una band e affrontare il pubblico da solo?

Sono due cose completamente diverse. Cantare le proprie canzoni mette in campo un coinvolgimento emotivo straordinario, nonostante io abbia sempre suonato con persone con cui ho grande sintonia. Cantare da solista ti mette a nudo, in formazione acustica non hai le spalle coperte e devo dire che in questi mesi mi è piaciuta molto questa sensazione. Adesso, però, comincia a mancarmi la dimensione della band, quel senso di famiglia e di gruppo.

Nel romanzo "Andate tutti affanculo" degli Zen Circus c'è un brano dedicato a te e all'incontro con Andrea Appino. Ti sei riconosciuto in quelle pagine?
Il punto di vista del racconto è quello di Appino e io, effettivamente, prima di leggere quelle pagine non sapevo cosa avesse pensato al nostro primo incontro. Ma è stato proprio in quel modo, ho riconosciuto ogni emozione. Ci siamo conosciuti nell'ambiente underground pisano prima di un loro concerto grazie a Motta che li frequentava già. Il legame forte è nato quando Appino ha scelto di vivere a Livorno e ci siamo ritrovati qui.

La scena musicale livornese è sempre stata molto vivace, come la vedi oggi?
Nell'ultimo anno ho registrato il disco con Andrea Pachetti al 360 Music Factory Studio e ho avuto la possibiltà di veder passare tanti artisti emergenti. Ci sono nomi davvero interessanti tra cui Luca Guidi o Fonny, un ragazzo giovanissimo italo tedesco, che uscirà a breve con un disco davvero molto forte. È una scena che continua a dare ancora tanto alla musica.

(foto Sebastiano Bongi Toma - Locusta management)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Francesco Pellegrini e le "Canzoni che non esistono" scritte a casa di Virzì: "Dentro ci sono io, Livorno e..."

LivornoToday è in caricamento