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Cronaca

Livorno omaggia Beppino, in duomo l'ultimo saluto al patron della Barcarola

Tantissima gente al funerale di Giuseppe Mancini, storico ristoratore scomparso ieri a 72 anni. La messa celebrata dal vescovo, monsignor Simone Giusti

Se ne è andato in un'ariosa mattina di giugno. Serenamente perché la morte è essa stessa gioia se vista come un dono per chi, fervido credente, aspira alla pienezza della vita e dell'eternità. E devoto a Dio e alla Beata Vergine Maria di Lourdes, lo era certamente Giuseppe Mancini, per tutti Beppino, il patron della Barcarola scomparso ieri, mercoledì 1 giugno, a 72 anni in seguito a un male incurabile. Oggi, nel duomo di Livorno, erano in tanti a rendergli omaggio per l'ultimo saluto che, ammonirà il vescovo Giusti, officiante del rito funebre, non è affatto l'ultimo. "Perché Beppino sarà sempre con noi - dice il verscovo -, semplicemente è andato nella porta accanto e adesso dobbiamo solo abituarci a continuare ad ascoltare i suoi consigli".    

Addio a Beppino della Barcarola, il ristoratore in cravatta che difese anche in tv le 5 "C" del cacciucco

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Nella cattedrale di piazza Grande ci sono pezzi di tutta la vita di Beppino. La famiglia, gli amici, i volontari, i fedeli, i clienti e tutti coloro che a gli hanno voluto bene. La visita del sindaco, prima della messa, è il riconoscimento a un livornese innamorato della sua città, che a Livorno ha dato tanto e che avrebbe voluto continuare a dare. "Beppino stava morendo, si muoveva a scatti, quelli terminali - attacca il vescovo -. Ma nell'aria c'era gioia perché quegli spasmi altrove sono le contrazioni di chi sta per nascere. La morte può essere vissuta come una tragedia o un dono per chi nasce alla pienezza della vita e dell'eternità. Beppe era pronto a morire, ma avrebbe voluto ancora fare un ultimo viaggio a Lourdes, pagandolo a tutti lui che era di una generosità unica".

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"Mi diceva sua moglie - continua il vescovo -: 'Lo abbiamo a casa, attendiamo il crollo e lui pensa, progetta cosa dovrà fare'. E questi siamo noi, perché la nostra vocazione è alla vita. La morte, però, esiste ma non è vero che distrugge la vita. Beppino ha semplicemente passato la porta e adesso contempla i suoi cari con amore tra le braccia della Vergine di Lourdes che tanto ha amato. Se non posso parlare con lui materialmente, possiamo farlo ovunque, abituandoci ad ascoltare i suoi consigli e riconoscendo il suo sorriso anche in un giorno come questo. Beppino ha conservato la gioia nella fede e adesso è felice". Mancheranno, tuttavia, i suo aneddoti, la sua gentilezza, la sua accoglienza che, per mezzo secolo, si ritrovavano appena varcata la soglia della Barcarola. Quel ristorante, da sempre sinonimo di eleganza e buona cucina, da ieri sicuramente un po' più spoglio. 

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