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Cronaca

Dopo gli Uffizi il Picchi, il generale livornese Giorgio Allori oggi allo stadio per festeggiare 100 anni

Classe 1922, internato per due anni nei campi di prigionia nazisti, nel maggio scorso era stato accolto a Firenze dal direttore Eike Schmidt

Dopo gli Uffizi tocca all'Armando Picchi. Il generale Giorgio Allori ha compiuto 100 anni nel febbraio scorso e come regalo aveva espresso due desideri: visitare il museo fiorentino, di pregio mondiale, e assistere a una gara della sua squadra del cuore, il Livorno. Nato in città, simbolo della Resistenza, Giorgio Allori è stato internato per due anni nei campi di prigionia nazisti per non aver aderito alla Repubblica di Salò. Nel maggio scorso è stato ospite agli Uffizi, condotto delle straordinarie stanze dal direttore Eike Schmidt, realizzando un sogno coltivato fin da piccolo grazie al padre che gli ha trasmesso la passione per l'arte. Oggi sarà invece tribuna a vedere il suo Livorno, nella sfida contro il Ponsacco. 

Appena uscito dall'Accademia Militare di Modena, nel 1943, Allori decise di non aderire alla Repubblica di Salò. Venne così fatto prigioniero e internato per oltre due anni nei campi di prigionia nazisti. Sopravvissuto e liberato, alla fine della guerra tornò in Italia, avanzando nella carriera militare fino a raggiungere il grado di generale. Senza mai perdere la passione per l'arte. "La devo a mio padre Giulio - racconta Allori - di lavoro era bancario, ma nel tempo libero si dedicava alla pittura. Grazie a lui ho conosciuto gli Uffizi quando non avevo ancora dieci anni, quasi un secolo fa: era un luogo molto diverso da oggi, a visitarlo saremo stati in tutto 50 persone". Oggi dall'arte passerà allo sport, il calcio, ammirando i colori della sua squadra del cuore. 

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