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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Lutto nel mondo dei motori, addio a Giotto Bizzarrini: le sue auto famose in tutto il mondo

Ingegnere apprezzato e conosciuto, tra le sue creazioni più famose la Ferrari 250 Gto. I funerali si terranno lunedì 15 maggio a Quercianella

Il mondo delle auto perde uno dei più creativi ed esperti progettisti di sempre: a 96 anni è morto Giotto Bizzarrini, ingegnere, designer e imprenditore nel settore automobilistico. Le sue vetture sono diventate, con il tempo famose in tutto il mondo: basti ricordare la Ferrari 250 GTO, il motore Lamborghini V12 e le 5300 Gran Turismo che portano il suo nome, costruite in serie proprio nella fabbrica di Livorno. Appresa la notizia il sindaco Luca Salvetti ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la grave perdita: "Era veramente una eccellenza livornese e lo scorso autunno la città ha celebrato la sua genialità con una tre giorni a lui dedicata all'interno degli Hangar Creativi. È stato veramente un livornese che ha dato lustro alla sua città con le sue creazioni ha portato il nome di Livorno nel mondo". I funerali si terranno lunedì 15 maggio a Quercianella. 

Chi era Giotto Bizzarrini, il "genio" delle auto

Bizzarrini era nato a Livorno il 6 giugno del 1926 a Quercianella, fu il suo nonno paterno, educatore e autore di opere scientifiche a scegliere il nome. Come si legge nel curriculum che l'ingegnere ha pubblicato su Aisa, si laurea all'università di Pisa nel 1953 mentre il primo impiego nel mondo dei motori è all'Alfa Romeo dove entra a soli 28 anni nel reparto di sperimentazione, nel team del celebre Consalvo Sanesi. Nel febbraio del 1957, Bizzarrini passa alla Ferrari dove dimostra tutte le sue qualità lavorando ad auto come l'iconica 250 Testa Rossa. Nello stesso anno collabora anche con il reparto corse della scuderia del Cavallino Rosso e sempre nel 1957 diventa il responsabile tecnico per l'ultima 1000 Miglia di sempre, in occasione della quale interviene sull'impianto frenante (montando ceppi in lamiera d'acciaio) della 315 S che taglierà per prima il traguardo guidata da Piero Taruffi.

Nel 1961 lascia la Ferrari e decide di mettersi in proprio aprendo nella sua città natale la Autostar, con lo scopo di progettare nuovi motori. L'attività è duplice: montare su vetture Alfa Romeo e Volkswagen i freni Amadori Campagnolo e fornire consulenza ingegneristiche, come la progettazione di auto e di nuovi motori. Tra i committenti più famosi c'è Ferruccio Lamborghini, che ordinò un nuovo V12 per le sue auto sportive. 

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Come riportato dall'Ansa, la pagina più importante nella storia di Bizzarrini, dopo l'esperienza in Ferrari, è probabilmente quella dell'incontro con un altro industriale lombardo Piero Rivolta che nel 1962 decide entrare nel mercato delle auto di lusso con la coupé GT 300 disegnata da Giugiaro per Bertone. Da questa auto deriva l'anno successivo la Iso A3/C destinata alle competizioni, di cui si occupa Bizzarrini. 

Nel 1965 è la volta della seconda Iso firmata Giotto Bizzarrini: la Grifo GT con motore V8 Chevrolet. Ma a Livorno c'è voglia di attività in proprio e - scomparsa la Autostar a favore della nuova società Bizzarrini - l'ingegner fa debuttare il suo nome sulla 5300 GT Strada, in pratica una Grifo riveduta con molti elementi presi in prestito dalla A3/C. Di questa vettura ne vennero prodotti solamente 133 esemplari prima che la società livornese chiudesse l'attività su decisione dello stesso ingegnere. Con il passare degli anni Bizzarrini da imprenditore diventa consulente di aziende automobilistiche.

A ottobre del 2012 gli viene conferita dall'Università di Firenze la Laurea Magistrale honoris causa in Design nella nuova sede di Calenzano (Firenze), inaugurata il giorno stesso con lui presente. Appena nell'autunno scorso Livorno ha celebrato la genialità di Bizzarrini con una 'tre giorni' a lui dedicata all'interno degli Hangar Creativi e qualche mese prima era stato premiato con la medaglia d'oro dei talenti livornesi dal Comune per il tramite dell'assessore Alessandro Lenzi. Amedeo d'Aosta che ne aveva possedute due oltre alla celebre P538S a motore centrale. 

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