rotate-mobile
Cronaca

Troppi giovanissimi in coma etilico, l'allarme degli psicologi: "Necessario lavorare sulla prevenzione"

A sottolineare la delicatezza del problema è la presidente dell'ordine regionale Maria Antonietta Gulino. "Gli adolescenti sono quelli che hanno subito maggiormente l'influsso della pandemia"

"Intervenire sulle emergenze può essere troppo tardi, bisogna lavorare sulla prevenzione, soprattutto quando si tratta di giovani". Così la presidente dell'ordine regionale degli psicologi, Maria Antonietta Gulino, a seguito dei tanti, troppi casi di giovanissimi finiti in coma etilico anche nel recente fine settimana caratterizzato dai festeggiamenti di Halloween. Una situazione che ha visto molti tra ragazzi e ragazze soccorsi per strada, in tutta la Toscana. Una questione dove, secondo Gulino "prevenire, purtroppo, interessa a pochi. L’attenzione - ha aggiunto - solitamente ricade sull’effetto dei comportamenti, che in realtà sono la fase conclusiva di un processo di disagio già in atto da tempo". 

Per la presidente dell'ordine regionale infatti "il disagio giovanile salta agli occhi quando è conclamato - sottolinea - quando si parla di emergenza alcol tra i ragazzi durante i fine settimana e in occasione di feste come quella di Halloween. Ma siamo sicuri di aver osservato, letto e ben decodificato i messaggi di aiuto antecedenti? - si chiede - Spesso un giovane nel segnalarli alza la posta, eccede affinché ciò che non viene visto dei suoi malesseri possa scuotere ed essere visto prepotentemente con un comportamento a rischio". 

"Gli adolescenti rappresentano la fascia d'età che ha subito maggiormente l'influsso negativo della pandemia"

La ricetta per cercare di affrontare il problema è dunque quella di "intervenire su genitori, famiglie, scuola e insegnanti - continua - per dotare gli adulti di strumenti idonei a leggere questi messaggi preliminari del comportamento adolescenziale e per intervenire prima che accadano episodi del genere, per trovare i modi di decodificare e imparare a percepire i bisogni psicologici. Altrimenti - ha aggiunto - questi messaggi rischiano di diventare solo segnali di fumo e possono trasformarsi in disagio psichico grave o cronico. Se riusciamo a leggere e decodificare i comportamenti di un figlio, di uno studente - ha evidenziato -, il giovane si sente considerato e si sente meno solo ad affrontare il percorso tortuoso della sua crescita. Intervenire per prevenire, questa è la strada".

Non può passare in secondo piano peraltro il fatto che "la fascia d’età che in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia - ricorda Gulino - è quella degli adolescenti. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare. Tra i giovani le richieste di aiuto sono aumentate dell’81%. Il turbamento psicologico prodotto dalla pandemia ha senza dubbio incrementato i comportamenti a rischio, come testimonia il 60% degli psicologi. Il ricorso a droghe e gioco d’azzardo, così come quello all’alcool e al fumo, si rivela pericolosamente in crescita".


 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Troppi giovanissimi in coma etilico, l'allarme degli psicologi: "Necessario lavorare sulla prevenzione"

LivornoToday è in caricamento