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Cronaca Piombino

Piombino senza guardia medica a Capodanno, il sindaco: "Vergognoso disservizio, smantellata la nostra sanità"

L'1 gennaio la città si è trovata priva del servizio di continuità assistenziale. Il primo cittadino Francesco Ferrari: "Neppure l'amministrazione è stata informata, queste sono le conseguenze delle politiche regionali"

"L'ennesima beffa. L'ennesima frustrante constatazione dell'abbandono drammatico in cui versa la nostra sanità". È così che il sindaco di Piombino Francesco Ferrari commenta la mancata erogazione nel suo comune del servizio di continuità assistenziale il giorno di Capodanno, con i cittadini che hanno iniziato il nuovo anno trovandosi la sede della Guardia medica chiusa. "Tra l'altro nessuno si è neanche preoccupato di informare di questo inaccettabile e vergognoso disservizio l'Amministrazione della città - denuncia il primo cittadino in una lunga nota a firma congiunta con l'assessore comunale alla Sanità, Carla Bezzini.

"Chi ha purtroppo avuto necessità, ha semplicemente trovato un cartello con su scritto che l'ambulatorio era chiuso - racconta Ferrari -. Garantite le visite a domicilio, ma per il resto occorre andare a Donoratico o a San Vincenzo, previo contatto telefonico. Ciò ovviamente si traduce in una maggiore pressione sul pronto soccorso e sulle farmacie di servizio, con disagi importanti per gli operatori e soprattutto per gli utenti".

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino-2"Piombino - continua la nota - con i suoi 34mila abitanti e con numerosi anziani scontava già notevole sofferenza per la presenza di una sola guardia medica: oggi per una ricetta o per una consulenza improvvisa i piombinesi hanno dovuto spostarsi fino a Donoratico che, oltre a distare pochissimi chilometri da Cecina, conta appena un quinto di abitanti rispetto a Piombino".

"Criticità note, ma la Regione continua a smantellare la sanità pubblica" 

"Le criticità relative alla continuità assistenziale erano già note e l'improvvisa assenza di un medico di medicina generale non può costituire una giustificazione - prosegue il comunicato -: si sarebbe dovuto intervenire per tempo, mettendo nel conto imprevisti possibili che puntualmente si sono verificati. La politica sanitaria regionale ha perseguito con ostinazione lo smantellamento della sanità pubblica, concentrando gli investimenti nei centri universitari e nei grandi ospedali, impoverendo così le realtà periferiche".

"Nello specifico - si legge ancora -, il nostro nosocomio oggi si regge soltanto sulla professionalità e dedizione dei suoi operatori, privato non solo di posti letto ma anche dei servizi minimi. La pandemia ha mostrato chiaramente l'inefficienza del servizio sanitario, ma continua a mancare la pianificazione: si naviga a vista, in modo improvvisato e indotto dalle contingenze, con una elaborazione teorica che rimane perennemente sulle slides illustrative e non trova mai una adeguata traduzione in programmi e azioni conseguenti".

"Chi ne fa le spese - concludono Ferrari e Bezzini - è una popolazione sempre più anziana che subisce un continuo pellegrinaggio per avere risposte anche minime e che ora si trova davanti un'altra porta chiusa. A questa ennesima vergogna rispondiamo ribadendo e rinnovando il nostro impegno attivo, lucido e constatante verso tutte quelle istituzioni e in tutte quelle assise dove viene deciso il futuro della salute dei nostri concittadini".

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