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Cronaca

Incidente in porto, sindacati e politica chiedono più sicurezza sul lavoro: "Non aspettiamo un altro morto"

Dopo la tragedia sfiorata al Varco Valessini, le sigle sindacali e le forze di sinistra alzano la voce: "Tutelare i lavoratori prima del profitto"

PCI: "Incidenti non sono frutto del destino ma di questo mondo del lavoro"

Ancora un altro incidente in porto, ancora una volta un lavoratore ha rischiato di non tornare a casa dai propri affetti solo perché la sorte è stata benevola, ancora una volta solo per caso non abbiamo messo un più uno al lungo elenco delle morti bianche, uno stillicidio giornaliero che nel nostro paese è una vera e propria mattanza.

Questi incidenti non sono frutto del caso o scherzi del destino, sono il risultato di un mondo del lavoro sempre più frammentato, intensivo e frenetico anche nella portualità, spesso sentiamo parlare di un lavoro regolato ma certe dinamiche estremamente negative si sono acuite.

La venuta di grandi gruppi armatoriali e di fondi di investimento hanno messo in evidenza il carattere liberticida della legge 84/94, attraverso l'aumento degli ex articoli 16 (appaltatori), delle rese per turno lavorato, in modo da creare una concorrenza basata sul costo del lavoro a discapito della sicurezza e quando non basta si ricorre all'auto produzione.

Questo e accaduto anche lunedì al varco Valessini all'accosto molo Italia quando un operatore portuale della ditta Intempo (interinale precario da 14 anni), addetto all'operazioni di sbarco e imbarco è stato colpito a fondo stiva da un pallone gonfio di gomma che vengono usati per la stabilizzazione dei pacchi di cellulosa. Questo era posato sui portelloni della nave nella precedente virata e spostato dal forte vento è rovinato addosso al lavoratore da un'altezza di 20 metri.

Quello che ci domandiamo e perché date le condizioni meteo non sono state fermate le operazioni portuali? Forse perché in questa società del dio mercato conta molto di più il profitto delle vite delle persone.

Come Partito Comunista Italiano vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza al lavoratore e alla sua famiglia ma perché tutto questo non accada più, come abbiamo esternato più volte, crediamo sia giunto il momento che si apra una discussione con le parti sociali, i soggetti economici interessati e con i lavoratori, perché vi sia una reale trasformazione del modello di lavoro portuale che vada verso gli interessi dei lavoratori.

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