Istituti comprensivi, docenti e personale Ata sul piede di guerra: "Il Comune pensa solo a risparmiare"

"Il Comune non ha ascoltato le nostre richieste e va avanti nel suo progetto con il solo obiettivo di risparmiare". Così una delegazione del coordinamento "Stop Comprensivi", formata da docenti e personale Ata, ha commentato l'incontro avuto con il sindaco Luca Salvetti e con Libera Camici, vicesindaco con delega all'Istruzione, sulla comprensivizzazione degli istituti. Un confronto "sterile" dal momento che, stando al report delle scuole interessate dall'accorpamento, l'amministrazione ha alzato un "muro" davanti alle richieste del mondo della scuola. 

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L'ultimo colloquio tra le due parti è andato in scena nella mattina di lunedì 13 dicembre (qui il report completo del coordinamento Sop Comprensivi): "Salvetti e Camici - fa sapere la delegazione - hanno ribadito fin dall'inizio che non intendono mettere in dubbio il processo di comprensivizzazione né nelle forme e né nelle tempistiche. Abbiamo trovato un atteggiamento di chiusura che di certo non si allinea a un'amministrazione che ha dichiarato di volersi sentire 'più vicina alle persone e capace di nuovo di ascoltare'". 

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"Abbiamo fatto notare all'amministrazione comunale - si legge nella nota inviata dagli istituti - che Livorno aderirebbe per ultima a un modello che ha vissuto fasi molto diverse tra loro. Mentre i comprensivi delle prime due generazioni, ormai databili a diversi decenni fa, hanno portato dei benefici alle scuole che li hanno adottati, lo stesso non si può dire se l'accorpamento avverrebbe ora. Siamo davanti a una forzatura che fa diventare i comprensivi come applicazioni di una feroce razionalizzazione di risorse economiche". 

"Da parte nostra - conclude il comunicato - non crediamo che esista altra soluzione da proporre all'amministrazione comunale se non quella di suggerire ancora una volta la sospensione di questo progetto ed aprire un percorso partecipativo con tutti coloro che operano all'interno della scuola. L'obiettivo comune non può o non deve essere quello di accontentare le esigenze di razionalizzazione della Regione Toscana accettando di danneggiare gli equilibri di scuole che funzionano, riducendone i servizi e il personale".