Jonathan Bachini, l'incubo è finito: la procura antidoping cancella la squalifica. "Da oggi inizia un'altra vita"
Il livornese, ex esterno tra le altre di Brescia e Juventus, a 48 anni può finalmente rientrare nel mondo del calcio. Nel gennaio del 2006 venne trovato positivo alla cocaina e radiato
Poco più di 35 miliardi di lire. A tanto ammontava la sua valutazione quando, nel 2001, il livornese Jonathan Bachini passò al Parma nell'ambito dell'affare che portò Buffon dai ducali alla Juventus. All'ombra della Mole l'esterno offensivo aveva collezionato 13 presenze, poi Brescia, Parma, ancora Brescia e infine Siena. A cavallo tra il 2004 e il 2006 - dopo aver giocato al fianco di campioni del calibro di Baggio, Zidane e Guardiola - l'inizio di un incubo che lo vide risultare positivo due volte al test della cocaina.
Prima una squalifica di 9 mesi, poi la radiazione sancita il 30 marzo del 2006 e le porte del mondo del pallone che si chiusero senza appello. Oggi, a distanza di 17 anni, passati in un lampo dal calcio al lavoro in porto, l'incubo finisce. E forse un nuovo futuro pian piano si delinea. La procura nazionale antidoping infatti nella giornata di martedì 6 giugno, in accoglimento dell'istanza presentata lo scorso 24 gennaio, ha rivalutato la squalifica disponendone la fine con effetto immediato. Dunque Bachini, 48 anni compiuti proprio lunedì 5 giugno, può rientrare nel mondo del calcio. E questo è il suo grande obiettivo.
"Sono al settimo cielo, da oggi inizia un'altra vita. È la fine di un incubo"
"Sono al settimo cielo - ha spiegato Bachini a LivornoToday a poche ore dalla notizia della cancellazione della squalifica -. Ho aspettato questa decisione a lungo e ci ho sperato davvero tanto. Favoloso è stato il mio avvocato Anna Maria De Mattei, di Brescia, che ha gestito e seguito la situazione dall'inizio alla fine. Dopo quasi vent'anni di porte chiuse in faccia non era scontato, me lo auguravo ma temevo che non si riuscisse a centrare l'obiettivo. Invece è stata una manna dal cielo, la fine di un incubo". In questi anni, dopo la squalifica, Bachini si è rimboccato le maniche. Il lavoro in porto, poi in una ditta di Livorno. "Ci si deve dar da fare - ha aggiunto -, rimanere umili e ripartire".
Ora le prospettive sono diverse e gli obiettivi chiarissimi: "Vorrei prendere il patentino che mi può consentire di allenare - ha aggiunto - poi non è detto che se uno è stato un bravo giocatore sia anche un bravo allenatore, questo lo vedremo". Con il mondo del calcio, però, il rapporto in questi anni è stato quasi nullo. "Quando succedono cose del genere si tendono a evitare le persone - ha spiegato -, a girar loro le spalle. Ma anche questo è servito, e mi ha fatto crescere". Poco più di vent'anni fa la sua valutazione era di circa 35 miliardi di lire, la maglia della Juventus, le presenze in nazionale, il top. "Anni favolosi in cui ho realizzato il mio sogno, che era quello di diventare calciatore - ha concluso -. Non ho rimpianti, poteva finire meglio, senza dubbio, ma oggi è un altro giorno. E finalmente posso ripartire".