Cartelli 'cercasi schiavo' in città, la rivendicazione di Usb: "Stop al lavoro nero, il Comune non chiuda gli occhi"
Nella giornata di giovedì scorso, 2 giugno, in Venezia sono apparsi molti manifesti che fanno riferimento alle condizioni offerte per i lavoratori stagionali. Il sindacato: "È l'ora di dire basta"
"Il Comune si può accontentare di riscuotere qualche euro di suolo pubblico o di contributo per Effetto Venezia chiudendo completamente gli occhi se nelle cucine lavorano decine di ragazzi al nero?". Dopo che nella giornata di giovedì scorso, 2 giugno, per le strade della Venezia sono apparsi molti cartelli che facevano riferimento alle condizioni offerte per i lavoratori stagionali da alcune realtà del settore, il sindacato Usb ha di fatto 'rivendicato' la paternità dell'azione, aderendo alla campagna che si sta tenendo a livello nazionale, gridando allo stesso tempo, forte e chiaro, "No al lavoro nero".
Il riferimento citato infatti è quello del ritorno della 'movida' per le strade della città e dell'organizzazione di molti eventi che coinvolgono bar, ristoranti e altre tipologie di esercizi del settore. Tutti alla ricerca di personale quantomeno per la stagione estiva. "In città - hanno scritto - oltre che alle feste sta dilagando il lavoro grigio e nero. Dilagano gli stipendi all'osso e lo sfruttamento. Quando ti va bene ti viene fatto un contratto di due poche ore a settimana e il resto 'fuori busta'. 30/40 euro per un turno al ristorante di 9 o 10 ore. Tecnici e operai del settore spettacolo assunti con contratti che nulla hanno a che vedere con quello di riferimento (e quindi senza versamenti Enpals per poter accedere ad eventuali bonus e aiuti)".
Usb: "Una piaga che sta dilagando, servono controlli e sanzioni"
Usb sostiene dunque la campagna 'cercasi schiavo' e, allo stesso tempo, invoca maggior controlli e sanzioni. "Dietro a questa vetrina ci sono appunto loro - aggiungono - Ragazzi ragazze, uomini e donne costretti ad accettare, salvo rari casi, queste condizioni di lavoro. In questo contesto ci tocca anche sentire i soliti imprenditori "piagnoni" che sbraitano contro il reddito di cittadinanza. D'altra parte l'ha detto chiaramente proprio il presidente di Confindustria Bonomi: "l'Rdc fa concorrenza con i nostri stipendi". 500/600 euro di reddito, quando va bene, è quello che sono disposti a pagare questi parassiti".
Poi puntano il dito contro il Comune. "Non abbiamo ancora sentito una parola da parte del sindaco e dell'Amministrazione su questo tema - concludono - Si pubblicizza solo gli eventi senza mai specificare che la nostra città non può e non deve tollerare forme di lavoro nero e sfruttamento. Magari a partire proprio dalle società e ditte che si occupano degli allestimenti. Quest'anno verrà utilizzato il contratto nazionale di riferimento dello spettacolo?".