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Cronaca Rosignano Marittimo

Rea, licenziata prima di Natale a tre anni dalla pensione. Usb: "Rappresaglia per aver denunciato irregolarità nello smaltimento rifiuti"

La storia di Renata portata alla luce dall'Unione sindacale di base: "L'azienda ritiri il provvedimento e restituisca alla lavoratrice dignità e rispetto"

La sua "colpa", stando alla ricostruzione fatta dall'Unione sindacale di base, sarebbe stata quella di aver denunciato con coraggio gravi irregolarità nello smaltimento dei rifiuti da parte dell'azienda per cui lavorava. Per questo sarebbe stata licenziata Renata, dipendente della Rea di Rosignano Marittimo, lasciata a casa poco prima di Natale a tre anni dal pensionamento. Una "evidente rappresaglia" nei confronti della lavoratrice che, dice Usb, in qualsiasi altro Paese avrebbe anzi ricevuto il plauso dell'azienda piuttosto che un provvedimento ingiusto. La storia, ricostruita dalla sigla sindacale, parte dal febbraio dello scorso anno, quando a Cecina un incendio devastò il capannone principale della Scapigliato Srl adibito alla selezione e recupero dei rifiuti cosiddetti ingombranti. "Da quel momento - racconta Usb - per ovvi motivi di sicurezza la società ha messo in atto una nuova prassi nel controllo dei rifiuti 'imponendo' alla Rea un maggiore controllo sulla effettiva tipologia del materiale conferito per evitare al minimo la presenza di legno all'interno della struttura".

Conferimenti irregolari denunciati alla dirigenza Rea, il coraggio di Renata

Reperito un impianto diverso per il conferimento di questi materiali, i primi di luglio arriva una segnalazione direttamente alla dirigenza della Rea circa alcune modalità non conformi di smaltimento dei rifiuti all'interno della stazione ecologica di Cecina. "Renata - spiega Usb -, operatrice a tre anni dalla pensione e con problemi di salute, viene ascoltata e, con coraggio, fa emergere quello che tutti evidentemente sanno. Cioè che alcuni quadri aziendali chiedono ai dipendenti di far conferire sistematicamente materiali lignei all'interno dei cassoni degli ingombranti in barba a qualsiasi regolamento e buon senso".

L'indagine e i provvedimenti dell'azienda

Dopo alcuni mesi, alla fine dell'indagine, due quadri aziendali vengono sospesi e trasferiti dal proprio ufficio. "In un paese normale Renata avrebbe ricevuto il plauso dell'azienda ma purtroppo non è andata così - dicono ancora dall'Unione sindacale di base -. Nei mesi successivi, le viene messo alle calcagna un ispettore privato, che paghiamo noi tutti attraverso le tasse, e viene seguita in ogni momento. I primi di dicembre arriva la sospensione cautelativa e subito dopo il licenziamento in tronco ovviamente con un pretesto. Poco importa, per loro, se poi attraverso il giudice sarà reintegrata. Le eventuali spese processuali e il risarcimento verrà pagato con soldi pubblici".

L'accusa: "Licenziata per il suo coraggio, una evidente rappresaglia"

"È assolutamente evidente la rappresaglia che Renata ha subito per il suo coraggio - denuncia infine Usb -. I quadri aziendali se la sono cavata con una piccola sospensione e un trasferimento senza perdere un euro del proprio salario e lei invece è stata licenziata. Oltretutto a tre anni dalla pensione. Di fronte a tutto ciò non è possibile restare in silenzio. Anche l'amministrazione comunale e la dirigenza di Reti Ambiente devono essere chiamati alle proprie responsabilità. Nei prossimi giorni partiremo con una campagna di informazione tra i lavoratori della società di igiene ambientale. La Rea deve immediatamente ritirare il licenziamento e restituire a Renata la dignità e il rispetto che si merita".

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