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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Mafie in Toscana, Livorno crocevia per la droga: il rapporto della Normale

A rivelarlo è lo studio della Scuola pisana. Nel 2019 sequestrata in città una tonnellata di cocaina, il porto snodo fondamentale per i traffici nazionali e internazionali

Le mafie in Toscana, e soprattutto a Livorno, sono presenti, ma non nella forma militare che si riscontra in altre parti d'Italia, specialmente al Sud. Nella nostra regione la criminalità organizzata si presenta con gli abiti puliti dell'imprenditore e soprattutto con un mare di contanti da investire, e il "mimetizzarsi nell'economia legale diventa quasi un fine anziché un mezzo" si legge nel rapporto annuale sui fenomeni di criminalità organizzata e sulla corruzione realizzato dalla Scuola Normale di Pisa su incarico della Regione Toscana, presentato mercoledì 16 dicembre.

Toscana crocevia per i traffici di droga, a Livorno record di sequestri

Secondo il quarto rapporto della Normale, la Toscana rimane uno snodo fondamentale per i traffici nazionali e transnazionali di stupefacenti. A Livorno, con il porto, l'attività più remunerativa per le mafie è costituita dal trasporto e smistamento della droga: ingenti quantità di cocaina, marijuana e hashish sono infatti stati sequestrati a Livorno che resta uno degli hub maggiormente utilizzati per lo smistamento della droga a livello regionale. "Nel 2019 - si legge nel rapporto - a Livorno è stata sequestrata cocaina per più di una tonnellata, superando i numeri già elevati degli anni precedenti: 644 chili a maggio, per un valore stimato di 130 milioni di euro, e 300 chili nel successivo semestre, mentre a gennaio 2020 sono stati ritrovati in città 830 chili tra marijuana e hashish". "Per gli stupefacenti - si legge ancora - i gruppi albanesi appaiono in ascesa, riuscendo ad accaparrarsi sempre maggiori fette di mercato. Queste organizzazioni, per condurre la vendita al dettaglio, utilizzano spacciatori di origine nord-africana o sub-sahariana".

Maxi sequestro di droga nel porto di Livorno, tre tonnellate di cocaina intercettate dai carabinieri. Video

Prostituzione e caporalato: Toscana quinta in Italia

Nel rapporto della Normale viene dedicata grande attenzione ai fenomeni di sfruttamento sessuale, core business delle mafie nigeriane, e lo sfruttamento della manodopera nell'economia legale. Durante la presentazione dello studio il procuratore generale di Firenze Giuseppe Creazzo ha parlato di "bestia del caporalato, che si sta diffondendo in Toscana e non solo all'interno delle comunità cinesi". Per sfruttamento lavorativo, che non riguarda solo l'agricoltura, la Toscana è la quinta regione in Italia per numero di procedimenti, al pari della Campania: diciassette inchieste, il 7% del totale nazionale, otto province su dieci coinvolte in casi gravi.

Professionisti per ripulire il denaro sporco, rifiuti e gioco d'azzardo i settori di maggiore interesse

I soldi delle mafie, in Toscana, vengono riversati prevalentemente nel settore immobiliare e in quello ricettivo-turistico e per fare ciò viene sfruttata la connivenza di avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, ragionieri e altri professionisti, uno dei settori di maggiore interesse per le mafie, rivela il rapporto, è quello dei rifiutiDurante la presentazione il procuratore generale Creazzo ha voluto rendere noto come fosse in corso in quelle ore "una operazione importante della guardia di finanza di Livorno". 

Anche il gioco d'azzardo è un ambito di grande profitto per la criminalità organizzata. "La mafia - afferma Creazzo - ha sempre più bisogno di gente che clicca. Per questo non dobbiamo trascurare il mondo della valuta virtuale, anche dei bitcoin, rispetto alla quale i finanzieri e i tecnici informatici che lavorano per le mafie sono già avanti: gran parte del riciclaggio passa attraverso questi canali e noi su questo siamo in ritardo".

Criminalità, il porto di Livorno al primo posto in Italia per sequestro di cocaina

Beni confiscati, contratti pubblici e riciclaggio

Nel rapporto della Normale si stigmatizza il mancato utilizzo dei beni confiscati alle mafie. Nonostante l'opera di magistratura e forze dell'ordine porti ad alcuni successi, come la confisca di beni immobili, pochi di essi vengono destinati stabilmente a una funzione sociale.  Le mafie poi hanno un grande interesse per i contratti pubblici, che riescono ad accaparrarsi non grazie a intimidazioni, bensì attraverso "strategie 'convenzionali' di alterazione delle concorrenza". In questo ambito le più attive risultano la camorra e la 'ndrangheta, che acquisiscono commesse pubbliche nel settore delle costruzioni, dei trasporti e delle gestione dei rifiuti, ma anche della refezione e ristorazione.     

Uno dei settori più vulnerabili alla penetrazione mafiosa è inoltre quello sanitario, in cui è in forte aumento il numero degli appalti visto il perdurare della pandemia. Lo studio rivela inoltre come la Toscana sia al centro di attività di riciclaggio e di reati economico-finanziari al fine di "ripulire i fiumi di denaro sporco che arrivano dalle attività condotte altrove".

Mafie italiane e straniere

Dalla ricerca, emerge infine come solo la 'ndrangheta ha i mezzi e le risorse per radicasi sul territorio, come in passato aveva fatto la camorra. Riguardo la criminalità organizzata straniera, la matrice mafiosa è visibile soprattutto nelle organizzazioni cinesi. Per quella albanese o nigeriana, invece, lo studio identifica l'origine di questi gruppi criminali nella marginalità sociale ed economica delle comunità di riferimento.

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