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Cronaca

Soccorsa e salvata dopo un malore in treno, il grazie di una madre: "A Livorno ho trovato professionalità e umanità rare"

La lettera di una quarantenne: "Medici e infermieri si sono mobilitati per salvarmi, poi in pronto soccorso e nel reparto di cardiologia ho trovato amore e affetto oltre le cure. Non è scontato, grazie davvero"

Il malore, la richiesta di aiuto, il treno che si ferma. Due passeggeri, infermiere e medico dì professione, sono i primi ad assistere una madre quarantenne vittima di una sincope a bordo. La donna è ormai prossima ad arrivare a Livorno, dove è nata e dove vive, di rientro da una vacanza con la famiglia nei primi giorni dell'anno. Marito e due figlie sono con lei quando perde i sensi all'altezza di Antignano. Sono attimi concitati, di grandissimo spavento: la giovane madre viene prontamente rianimata, quando interviene il personale sanitario del 118 è vigile per quanto ovviamente provata. L'ambulanza con il medico a bordo accompagna la paziente in ospedale dove viene ricoverata prima in pronto soccorso e poi in cardiologia per tutti gli accertamenti del caso. Le cure e l'assistenza ricevute le consentono di uscire in poco meno di una settimana, alla fine della quale sente il bisogno di scrivere una lettera. Per ringraziare, oltre coloro che l'hanno salvata sul treno, tutto il personale di 118 e ospedale. "Non solo per la professionalità - dice a LivornoToday -, ma soprattutto per l'umanità".

Qua sotto la lettera di ringraziamento

"È solito sentire casi di mala sanità, di scarsi servizi e di mancanza di umanità e l'ospedale di Livorno, in particolar modo, non è esente da queste accuse. La mia vuole invece essere una testimonianza e un elogio ad una realtà che nel momento del bisogno ha saputo intervenire sia professionalmente che umanamente.
Purtroppo quando si hanno difficoltà e problemi di salute quello che si ricerca oltre alla cura è un sostegno morale, psicologico, un appoggio a cui potersi aggrappare in un momento di crisi: facile a dirsi, ma spesso difficile a trovarsi.
La mia sincope sul treno, avvenuta di ritorno da un viaggio, è stata l'inizio di una serie di piacevoli incontri. La solidarietà e le tempestive cure ricevute sul treno da passeggeri che si sono immediatamente calati nelle loro vesti di medici e infermieri; il pronto intervento che in tempi brevissimi è venuto a soccorrermi; la scrupolosità degli accertamenti messi in pratica al pronto soccorso di Livorno e, soprattutto, l'umanità e la professionalità ricevute nel reparto di cardiologia meritano di essere citati.
Un sentito grazie lo rivolgo a tutto il personale, indistintamente: da quello delle pulizie, al primario passando per gli oss, i medici e gli infermieri. La meticolosità con cui mi hanno curato e l'amore e l'affetto che mi hanno dimostrato in ogni momento sono stati fondamentali per la mia guarigione. Una carezza, una chiacchierata o un semplice saluto al momento del cambio turno non sono banalità ma gesti che ti riempiono il cuore, soprattutto in questi momenti.
A volte nella vita non siamo solo numeri ma persone". 

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