Livorno ricorda il Moby Prince: tutti gli appuntamenti della giornata della memoria

Il sindaco: "I morti furono traditi dallo Stato"

In una sala consiliare gremita, il primo cittadino ha incontrato le autorità e i parenti delle vittime: "Quella del Moby non è stata una tragedia, ma una strage e le stragi non si prescrivono. Per me sarà l'ultimo 10 aprile da sindaco e questo mi addolora molto. Mi sono sempre opposto all'idea che quanto accaduto quella notte non fosse stata una drammatica fatalità contro la quale nulla si sarebbe potuto fare. Ora parlare di strage finalmente non è più un tabù. Quanto accaduto è frutto di un insieme di scelte di persone che posero l'interesse privato prima di quello collettivo. Oggi sappiamo che la più grande tragedia della marineria civile non fu causata dalle persone dell'equipaggio, che provarono a mettere in salvo i passeggeri in cerca di una salvezza che non arrivò mai. I 140 morirono perché si fidarono dello Stato, di chi avrebbe dovuto salvarli. Quella fiducia tradita è stata tradita anche dallo Stato per oltre 25 anni con sentenze di archiviazione che oggi possiamo dire sbagliate. Chiudo con un appello alla magistratura che avrà un compito importante: concludere quanto fatto con la commissione di inchiesta e mettere sotto accusa quel sistema di potere che ha giocato ruolo decisivo. Livorno non vuole essere ricordata come la città che ha garantito l'impunità e l'assenza di verità, ma come la città che dopo 28 anni, grazie al coraggio di onesti cittadini, aspetta che si compia il riscatto sociale e civile dello Stato".