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Cronaca

Montecristo, si lavora al recupero del peschereccio per evitare il disastro ambientale

Il comandante della capitaneria di porto di Portoferraio, Agostino Petrillo: "Più importante non sbagliare che fare presto e commettere errori"

Più delle indagini per chiarire come sia stato possibile che un peschereccio sia finito contro la scogliera dell'isola di Montecristo, navigando in acque interdette prima della collisione in zona cala Giunchitelli, adesso interessa recuperare l'imbarcazione e svuotare il serbatoio dagli oltre 500 litri di carburante che, qualora dovessero fuoriuscire, provocherebbero un vero e proprio disastro ambientale. Un'operazione complicatissima, considerato che, dopo l'incidente di mercoledì 12 giugno, il peschereccio Bora Bora della marina di Porto San Stefano è affondato adagiandosi di poppa sul fondale con la sola prua rimasta fuori dall'acqua. Intanto, per scongiurare il peggio, una motovedetta della capitaneria di porto di Portoferraio sta monitorando costantemente la situazione insieme alla nave disinquante del ministero dell'Ambiente, mentre le squadre di sub specializzati continuano a controllare lo scafo dell'imbarcazione affondata (nella foto soto il momento della collisione, ndr).

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Petrillo: "Stiamo monitorando la situazione. Dobbiamo fare presto ma soprattutto bene"

A spiegare a LivornoToday i dettagli di queste delicatissime fasi è il comandante della capitaneria di porto di Portoferraio, capitano di Fregata Antonino Petrillo. "La situazione è costantemente monitorata da una nostra motovedetta e dalla nave disinquinante del ministero dell'Ambiente. Al momento - dice Petrillo - non ci sono stati sversamenti, ma in ogni caso sono già stati posizionati dei pannelli assorbenti". "Come previsto dalla legge - spiega il comandante - sta all'armatore presentare un progetto di recupero del natante, che dovrà poi essere approvato dalla capitaneria e dal ministero. È una fase molto delicata perché se è vero che non c'è tempo da perdere, è ancora più vero che non possiamo sbagliare niente". Già, perché un eventuale sversamento del carburante comporterebbe un danno ambientale devastante. "È così - conclude Petrillo -, ma devo dire che tutte le parti si stanno impegnando al massimo per evitare il peggio. Per fortuna, nonostante un po' di vento, le condizioni del mare non sono preoccupanti".

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