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Cronaca Ospedale / Viale Vittorio Alfieri, 36

Protestano i sengalesi: "Nessuno ci ha avvisato che Gora era morto"

Caos all'ospedale: in cento chiedono la restituzione della salma dell'amico scomparso il 15 gennaio e sepolto all'insaputa dei familiari. Replica l'Asl: "Rispettate le procedure"

Chiedono giustizia, o quantomeno chiarezza gli oltre 100 senegalesi che questa mattina di mercoledì 23 gennaio si sono radunati nell'atrio dell'ospedale di Livorno per denunciare "una violazione dei diritti umani" e pretendere che siano restituiti rispetto e dignità non solo a Gora Thiam ma alla comunità senegalese tutta. All'origine della protesta, la mancata comunicazione della morte di Thiam, 59 anni da 28 residente in città, ai familiari o agli amici dell'uomo. Accuse infondate secondo l'Asl che, come successivamente spiegato in un comunicato, avrebbe rispettato tutte le procedure del caso secondo le volontà indicate dallo stesso Thiam. Di fatto, dopo la morte avvenuta il 15 gennaio scorso, l'uomo è stato sepolto al cimitero dei Lupi il 19 gennaio, senza che nessuno tra parenti ed amici potessero omaggiarlo con un ultimo saluto.

"PERCHÉ NESSUNO CI HA CHIAMATO?" - "Prima di tutto vogliamo che sia fatta chiarezza sulle procedure adottate - spiega il presidente della comunità senegalese Serigne Modou Ngome -, anche se mi chiedo come sia possibile che a nessuno sia venuto in mente di chiamare me o il consolato senegalese per avvisare della morte di Gora. Ad ogni modo ci siamo già attivati per chiedere il disseppellimento della salma affinché il corpo torni in patria dai parenti". "Quello ai Lupi non è il suo posto - rincara l'ex presidente della comunità senegalese, Mbaye Diop -, lui è senegalese, è musulmano e ha i suoi diritti, compreso quello di scegliere come e dove essere sepolto". 

"RIPSETTATE LE PROCEDURE" - Puntuale la risposta dell'Asl, dopo un'indagine interna avviata dal direttore dell'ospedale Luca Carneglia: "Come previsto dalle procedure in questi casi e come si potrà evidenziare a seguito di riscontri tecnici, il personale del reparto ha chiamato i numeri segnalati dal paziente in cartelle clinica che sono gli unici autorizzati ad essere informati sulla sua situazione clinica. Dai due cellulari indicati dal paziente - dicono ancora dall'Asl - non è però arrivata alcuna risposta, nonostante sia stato lasciato anche un messaggio nella segreteria telefonica. La salma, come avviene in caso di decessi ospedalieri, è stata successivamente trasferita all'obitorio. Qui vi è rimasta per le 48 ore indicate per la presentazione dei familiari. Trascorso senza esito questo tempo è stato successivamente contattato il servizio di polizia mortuaria per il trasferimento al cimitero comunale”.

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