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Cronaca

Morto annegato nei fossi, la comunità tunisina: "Condanniamo le accuse alla polizia, ma vogliamo chiarezza"

Dopo la morte di Fares i connazionali del giovane esprimono fiducia nella magistratura e stigmatizzano le parole di accusa verso gli agenti

"Chiediamo con forza che sia fatta chiarezza sulla vicenda". Interviene così, in una nota diffusa nella giornata di oggi, mercoledì 28 aprile, la comunità tunisina di Livorno in merito ai fatti accaduti nella notte tra sabato 24 e domenica 25 aprile, che hanno portato alla morte del 25enne Fares Shgater, annegato sotto il voltone del fosso Reale dopo esser scappato dalle volanti della polizia. 

Morto annegato nei fossi per scappare dalla polizia, proteste e disordini davanti al Comune

"Lo stato dei fatti - aggiungono - non ci permette di esprimere alcun giudizio, vogliamo che sia chiara la nostra fiducia della magistratura, in cui confidiamo, e torniamo a sottolineare che abbiamo sempre rispettato il lavoro delle forze dell'ordine. Come comunità tunisina condanniamo le parole di accuse e di attacco mosse da qualcuno agli agenti durante la manifestazione del 26 aprile e apparse su qualche striscione". Nella nota i rappresentanti della comunità tunisina evidenziano che "non è questo l'atteggiamento in cui ci riconosciamo, bensì quello della più ampia collaborazione e stima nei loro confronti".

Inoltre, specificano, "ci preme sottolineare la nostra condanna verso quelle forze politiche che stanno usando questa tragica vicenda per fermentare odio nei confronti della comunità degli immigrati. Infine - concludono - vogliamo ringraziare il sindaco Luca Salvetti e il questore Roberto Massucci, che ci hanno già ricevuto a colloquio il giorno 26 e riceveranno la famiglia di Fares, assicurandoci la loro più ampia collaborazione nella ricerca della verità". 

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