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Cronaca

Morto annegato nei fossi, la comunità tunisina ripulisce la spalletta dalle scritte contro le forze dell'ordine

Nella mattinata di oggi, giovedì 29 aprile, un gruppo di persone con spugne e sapone ha cancellato le frasi offensive apparse nei giorni scorsi

Alcuni rappresentanti della comunità tunisina di Livorno nella mattinata di oggi, giovedì 29 aprile, con spugne e sapone hanno cancellato le scritte offensive apparse alcuni giorni fa sulla spalletta sopra il voltone del fosso Reale, sotto al quale nella notte tra sabato 24 e domenica 25 aprile ha perso la vita il giovane Fares Shgater, nel tentativo di sfuggire alle volanti della polizia. Le scritte, apparse all'indomani della tragedia insieme ad alcuni striscioni, nel giorno in cui è stata organizzata la manifestazione di protesta da parte della comunità stessa giunta fin sotto il palazzo comunale, riportavano parole pesanti nei confronti delle forze dell'ordine.

Morto annegato nei fossi, la comunità tunisina: "Condanniamo le accuse alla polizia, ma vogliamo chiarezza"

Nella giornata di ieri, mercoledì 28 aprile, in una nota diffusa alla stampa la comunità tunisina si è dissociata da atteggiamenti analoghi, esprimendo fiducia nella magistratura e ringraziando sia il sindaco che il questore per la disponibilità e la collaborazione. "Non esprimiamo giudizi e non siamo contro le forze dell'ordine - hanno evidenziato - però vogliamo chiarezza".

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Sarà un'indagine in corso ora a chiarire bene gli aspetti della vicenda. Secondo quanto emerso finora, infatti, il 25enne Fares Shgater è morto annegato nel tentativo di sfuggire alle volanti della polizia che lo avevano intercettato all'altezza di piazza della Repubblica e poi perso di vista. Arrivati in prossimità del fosso, su indicazione dei militari dell'esercito impegnati nel servizio di pattugliamento "Strade sicure", sono saliti sulle imbarcazioni ormeggiate e hanno compreso che il giovane potesse essere finito in acqua. Il corpo del 25enne è stato poi individuato dai sommozzatori dei vigili del fuoco con l'ecoscandaglio sul fondo del canale ad una profondità di circa 4 metri e recuperato. 

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