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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cisternone / Viale Giosuè Carducci, 39

Addio a Beppino della Barcarola, il ristoratore in cravatta che difese anche in tv le 5 "C" del cacciucco

Livorno in lutto per la scomparsa a 72 anni di Giuseppe Mancini. Centinaia i messaggi di cordoglio e di ringraziamento per aver tenuto alta la tradizione della cucina labronica

La cravatta come segno distintivo. Perché l'eleganza di un ristorante non la fanno soltanto arredi e tovaglie, vini e impiattamenti. La si vede, soprattutto, nel portamento di chi sta in sala, camerieri o responsabili che siano. E ai suoi clienti, come nella vita, Beppino si presentava appunto in cravatta, accogliendo indistintamente chiunque volesse concedersi un pranzo di qualità così come il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, di cui negli anni divenne grande amico, o futuri papi (l'allora cardinale Ratzinger). Tanti, tantissimi i livornesi - oltre ai moltissimi vip da fuori città - che almeno una volta nella vita hanno varcato la soglia Barcarola in viale Carducci, simbolo di eccellenza e della cucina tradizionale livornese, e che oggi, mercoledì 1 giugno, piangono la morte del suo titolare Giuseppe Mancini, 72 anni compiuti lo scorso aprile.

A La Barcarola, ereditata dalla famiglia nel 1974, Beppino era entrato fin da bambino, apprendendo da mamma Palmira i segreti dell'ospitalità e da nonna Virginia, per tutti Nicla, quelli della cucina. Non aveva conosciuto il vecchio locale, nell'allora via del Giardino (oggi via Fiume) all'angolo con via Montegrappa (un tempo via Materassai), distrutto dai bombardamenti durante la guerra, ma in viale Carducci, dove la famiglia aveva riaperto nel 1945, Mancini aveva mantenuto la stessa atmosfera. Elegante ma al tempo stesso familiare, di quelle da trattoria dove l'oste si fermava volentieri a commentare fatti di attualità o a raccontare aneddoti.

Da ricordarne, in quasi 50 anni di gestione, ce ne sarebbero centinaia. Ognuno con il proprio, come si evince dalla valanga di commenti lasciati sui social appena appresa la notizia della scomparsa. Su tutti, uno, che lo riempiva di orgoglio e che lo fece apprezzare ancora di più in città. Quando, nel corso della trasmissione televisiva I soliti ignoti, sul primo canale di casa Rai rivendicò le cinque C del “cacciucco”, erroneamente chiamato "caciucco". Lo fece col sorriso che lo contraddistingueva, vestito d'amaranto, il colore della città che portava nel cuore e che, da ieri, ne piange la scomparsa. 

Beppino Mancini, patron della Barcarola-2
Beppino Mancini alla trasmissione "I soliti ignoti"

Morte Beppino Mancini, il cordoglio dell'amministrazione comunale

A rendergli omaggio, anche il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, e l'assessore al Turismo e Commercio, Rocco Garufo. "Livorno perde una persona che ha rappresentato la cucina labronica ad altissimi livelli, un uomo intelligente e mite, molto legato alla città - le parole del sindaco appena appresa la triste notizia -. Il suo sorriso lo ha accompagnato in ogni momento della vita, nel lavoro e nel contatto con gli altri. Sempre stato disponibile al confronto ed accogliente. Il mio ricordo di Beppino Mancini nasce con la mia professione di giornalista e con i numerosi momenti vissuti insieme, per interviste e trasmissioni nel suo locale. Più recentemente, da sindaco, abbiamo lavorato insieme per concretizzare la sua richiesta di intitolare la Rotonda di Ardenza al Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, con cui Beppino aveva un saldo rapporto di amicizia".

"Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Beppino Mancini - aggiunge Garufo -, esponente di spicco e da generazioni della cucina labronica. Ricordo la sua apparizione televisiva a dicembre scorso alla trasmissione 'I soliti ignoti' condotta da Amadeus, nel corso della quale ha reso onore e difeso il cacciucco con 5 c. Un vero signore, il cui ricordo rimarrà vivo nei nostri cuori".

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