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Cronaca Stazione / Via Alessandro Pannocchia

Trovato morto a 57 anni Liborio Panvini, generoso ‘tuttofare’ della Caritas. La storia e il ricordo

Dopo una vita in strada, nel 2006 era stato accolto nella Fondazione dove era diventato un punto di riferimento. È deceduto nel palazzo dove viveva, in via Pannocchia. Suor Raffaella Spiezio: "Ha sempre lottato per gli altri"

Lo hanno trovato morto all'interno del palazzo dove viveva, in via Pannocchia, sulle scale del condominio. Caduto a terra a causa di un improvviso malore. La tragedia si è consumata intorno alle 16.30 di ieri, martedì 4 gennaio. A perdere la vita Liborio Panvini, 57 anni di origine siciliana, conosciuto in città per aver lavorato dal 2006 nella struttura della Caritas in via delle Cateratte, tanto da diventarne una sorta di 'tuttofare' e un custode, un punto di riferimento sempre a disposizione della comunità. Alle spalle aveva una storia intensa, complessa, vissuta tra mille difficoltà ma allo stesso tempo affrontata con forza e grandissima dignità, ricca di altruismo e solidarietà. "È triste che se ne sia andato così, ha sempre sentito più il bisogno di aiutare e lottare per gli altri che farsi dare una mano - le prime parole di suor Raffaella Spiezio, tra le persone più vicine a Liborio -. La Caritas, intesa come insieme di relazioni, era la sua casa. Gli volevamo tutti molto bene".

Suor Raffaella ricorda Liborio: "Sempre pronto ad aiutare gli altri"

Sono stati i vicini di casa, ieri pomeriggio, ad allertare il 112 che ha inviato sul posto un'ambulanza della Svs con il medico del 118. Quest'ultimo, insieme ai volontari, ha provato a rianimare l'uomo, ma purtroppo non c'è stato niente da fare tant'è che il medico non ha potuto far altro che constatarne il decesso. In via Pannocchia sono ben presto arrivate anche due volanti della polizia per raccogliere elementi utili a chiarire del tutto le cause della morte. La notizia ha raggiunto subito anche l'assessore al Sociale del Comune di Livorno, Andrea Raspanti, che in Caritas ha lavorato a lungo: "Un percorso difficile ma bello - ha detto ricordando Liborio -, aveva trasformato una situazione complicata in un'opportunità per le persone più in difficoltà". 

Nato a Enna e cresciuto in Germania. Poi una vita di strada, zaino in spalla, fino all'arrivo a Livorno

Quella di Liborio, classe 1964, è la storia di un uomo che aveva fatto dell'aiuto per gli altri il suo lavoro, la sua missione. Sempre a disposizione del prossimo, all'interno della Caritas si era guadagnato un ruolo fondamentale. Era pronto a tutto: una parola, un sostegno, un lavoro di giardinaggio, un aiuto in mensa. Faceva i pacchi della spesa e indicava la strada a chi, probabilmente come lui, in molte occasioni aveva rischiato di smarrirla. 

Nato in Sicilia, trasferito in Germania insieme ai genitori a causa di un problema al cuore che lo aveva costretto ad una delicata operazione, Liborio vive fuori dall'Italia fino all'età del militare. Torna in Germania, ma è senza lavoro, rientra in Italia ed entra in fabbrica come operaio, ma la morte del padre e un infortunio sul lavoro complicano tutto. Inizia per lui una vita di strada, fatta di zaino e scoperte. 

La voglia di una vita nuova raccontata a La Settimana Tutti i Giorni nel 2015

Dopo un viaggio in Spagna e varie soste nelle località turistiche italiane dove lavora come cameriere stagionale grazie alla conoscenza del tedesco, arriva a Livorno nel 2006. Della sua esperienza alla Caritas nel 2015 a La Settimana Tutti i Giorni aveva raccontato: "Qui non ci sono orari – disse – in qualunque momento qualcuno può bussare alla porta chiedendo aiuto. Così come, senza purtroppo rispettare gli orari di apertura ufficiali, molti portano i sacchi pieni di vestiti in qualsiasi momento, e di certo non possono essere lasciati fuori per strada".

"Vorrei comunque provare a ricostruirmi una vita - disse poi guardando al futuro -, magari trovando un lavoro fisso ed una casa, pur continuando a servire in Caritas come volontario. Sono molto riconoscente a tutte le persone che mi hanno aiutato e con le quali continuo ad avere uno splendido rapporto di amicizia, sia in Caritas che fuori da essa". Quella casa, alla fine, era riuscito pure ad ottenerla, rimanendo però legatissimo all'altra sua casa, la Caritas. Nel frattempo Liborio si era ammalato, senza però mai smettere di lottare. "Non so come avrebbe potuto affrontare la malattia - dice ancora suor Raffaella -, probabilmente minimizzando come faceva con ogni acciacco più o meno serio. Se ne è andato ancora prima, in quel momento purtroppo da solo, ma la sua è in un certo modo una bella storia. Quella di una persona generosa e grintosa, che ha vissuto e lottato per gli altri prima che per se stesso".

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