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Cronaca Campo nell'Elba

Isola d'Elba, motocross nell'area protetta del monte Capanne. Legambiente: "Inaccettabile"

La segnalazione all'ente Parco Arcipelago, ai carabinieri e alla polizia municipale: "Devastati sentieri e scalinate in granito. Adesso basta, siano individuati i responsabili"

Si sono addentrati con le loro moto da cross lungo i sentieri del monte Capanne, nel comune di Campo nell'Elba, in un'area protetta del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, la zona A. Mezzi con targhe rimosse o occultate, volutamente sporcate per non essere identificabili, che hanno solcato il terreno devastando sentieri e rovinando scalinate di granito. Tra i primi a segnalare quanto successo giovedì scorso 14 ottobre, il Club Alpino Italiano, l'Associazione Pedalta, che documenta i fatti con le foto in pagina, e Legambiente. Tutti, rivolgendosi al Parco Nazionale, ai carabinieri forestali e alla polizia municipale, chiedono di identificare i responsabili della violazione, la massima attenzione e aumentare i controlli del territorio.

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Legambiente: "Scempio e prepotenze intollerabili"

Legambiente però va giù ancora più duro e attacca. "Quello che è successo giovedì - si legge in un comunicato -, anche di fronte a gruppi di trekkers allibiti e scandalizzati è qualcosa di davvero inaccettabile: uno o più gruppi di motocrossisti sono penetrati nel cuore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano all'Isola d'Elba, dentro la zona A di protezione integrale del massiccio del Capanne all'Isola d'Elba, percorrendo impervi sentieri di crinale, devastando sentieri e scalinate di granito centenarie, percorrendo habitat prioritari protetti dalle direttive habitat e uccelli dell'Unione europea". 

"Hanno percorso i sentieri della Tavola - continuano da Legambiente -, La stretta, La Terra, Serra Ventosa e Troppolo, si sarebbero inerpicati anche lungo la scalinata penitenziale della Madonna del Monte, il più noto santuario elbano. Uno scempio e una prepotenza intollerabili che non potrebbero essere possibili senza basisti e guide locali. È evidente che si viene all'Elba quasi sicuri di passarla liscia e di poter fare impunemente in un Parco Nazionale quello che magari in Germania o in Svizzera costerebbe sanzioni molto care, sequestri dei mezzi e provvedimenti giudiziari molto rapidi".

"Situazione di impunità non è più tollerabile"

"Gli escursionisti che hanno contattato Legambiente - prosegue la nota - segnalano moto senza targa e non è la prima volta, come non è la prima volta che i targhini di chi commette queste violazioni vengono sporcati ad arte per non far risalire al proprietario. SI tratta di una situazione di impunità di fatto, sanzionata rare volte con multe risibili per fatti del genere e quasi mai con il sequestro del mezzo e della patente. È evidente che a livello nazionale, a cominciare dal Ministero della Transizione Ecologica, vanno riviste le sanzioni e vanno date linee guida precise per tutte le aree protette e mobilitati i Carabinieri Forestali con precise campagne su questo problema".

"Se il problema è la carenza di personale - concludono da Legambiente - il ministero ha il dovere di intervenire, se è di carenza di moderni mezzi di sorveglianza e di formazione e il ministero e le forze dell'ordine hanno il dovere di fornirli. Quello che è certo è che questa situazione di impunità non è più tollerabile, ne va della credibilità delle stesse istituzioni che dovrebbero tutelare l'ambiente e impedire abusi e reati ai danni della magnifica sentieristica dell'Isola d'Elba che è anche una risorsa economica, culturale e storica".

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