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Cronaca

Riaperture e movida, Salvetti: "I giovani si mostrino maturi, certi limiti sono insuperabili in una città civile"

Il sindaco: "Le polemiche le fanno i politici per proprio tornaconto. I ragazzi si dimostrino maturi, i grandi guardino a loro senza toni inquisitori. Dobbiamo fare rete per gestire il post covid nel migliore dei modi"

Centinaia e centinaia di giovani riversati per strada a liberare la gioia per la fine, ci auguriamo prossima, di una reclusione forzata che, causa pandemia da coronavirus, dura ormai da oltre un anno. Giovani, moltissimi, desiderosi di far festa e riabbracciare i propri amici. Come se tutto fosse normale, anche se di normale non c'è niente. Comprensibile, come potrebbe esserlo persino la violazione di qualche norma anti Covid ancora in vigore, ad esempio il coprifuoco che da oggi 7 giugno scatterà a mezzanotte anziché alle 23. Già meno giustificabile il mancato rispetto del distanziamento o la mascherina sparita dai volti dei più, ma ancor peggio e da condannare è il comportamento incivile di chi, nella notte tra sabato 5 e domenica 6 giugno, non ha avuto il minimo rispetto della quiete pubblica, improvvisando feste a tutto volume ovunque se ne presentasse l'occasione. 

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Se non si tratta della maggioranza dei giovani livornesi, di certo non tutti sembrano avere chiaro il concetto di rispetto, non solo delle regole, appunto, ma degli altri e della civile convivenza. Tema di grande dibattito sui social, anche dopo le dichiarazioni del sindaco Luca Salvetti in occasione della consegna della Costituzione agli studenti dell'Iti Galilei, sul quale il primo cittadino è voluto ritornare, rispondendo anche alle critiche di parte della politica. Un intervento affidato a un lungo post Facebook che riportiamo integralmente.

"In questi ultimi giorni si è aperto un dibattito sul mio intervento in occasione della cerimonia di consegna ai giovani studenti dell'Iti. Un dibattito che mi ha francamente sorpreso anche perché partito da un titolo di una testata on line chiaramente fuori misura e per niente aderente alla realtà. Tutto questo però alla fine avrà un aspetto molto positivo, amplificando messaggi e valutazioni che in questa fase di ripartenza post covid serviranno alla nostra città.

A me non interessa cosa abbiano capito di quel mio intervento i consiglieri Stella Sorgente, Andrea Romiti e Alessandro Perini, anche perché ho perso la speranza che capiscano le cose per come sono e non per ciò che gli fa comodo politicamente, a me interessa invece cosa hanno capito i giovani che erano nell'aula dell'Iti e le insegnanti che hanno ascoltato bene le mie parole.

Con la consegna della costituzione abbiamo detto ai ragazzi che in quel testo c'erano i diritti di ognuno di noi e tra i diritti c'è quello della libertà di vivere, incontrarsi, stare insieme e divertirsi ora più che mai, dopo 15 mesi di grande sofferenza psicologica per tutti e soprattutto per i giovani. In quel testo, ho detto, ci sono però anche i doveri ovvero la necessità di rispettare le regole e gli altri e l'impegno di tornare alla normalità in maniera intelligente, senza eccessi che devono invece essere stigmatizzati e limitati con provvedimenti anche esemplari.

In quell'aula ho invitato i giovani a non prestare il fianco alle polemiche che fioccano ogni minuto e a comportarsi nella maniera migliore ritrovando la gioia di vivere con misura e rispetto.

In quella mattinata mi è venuto spontaneo lanciare un monito agli adulti, e a me stesso in primis, di non guardare a questi ragazzi, che da mesi soffrono una situazione inimmaginabile, con il tono inquisitorio che si concretizza con foto e video, fatti dalla finestra, da postare il prima possibile con il commento “guarda lì che caos”. Sono convinto che quella non sia la strada giusta e non lo dico da primo cittadino ma da genitore e da persona che con questi ragazzi c'è stato insieme per anni come giornalista, dirigente sportivo di squadre giovanili e interlocutore di decine di scuole.

Il post covid è e sarà un periodo complicatissimo, lo stiamo dicendo da mesi anche con il nostro Prefetto e con il nuovo Questore, lo sarà e lo è a Livorno come in tutte le altre città d'Italia da Roma a Palermo da Pisa a Torino, basta fare una semplice ricerca su internet per trovare conferme.

Per limitare i danni di questa ripartenza, bramata e attesa in maniera spasmodica, dovremo fare rete con i giovani, i gestori dei locali, i residenti, le istituzioni e le forze che devono controllare il territorio. Senza questa unione d'intenti la partita sarà persa perché non ci sono le condizioni per gestire ogni angolo della città e controllare ogni minimo movimento dei gruppi che sono in giro anche dopo l'orario del coprifuoco. I cittadini dovranno dare un contributo segnalando situazioni emergenziali così come hanno fatto in questi mesi, lo facciano contattando polizia, carabinieri, finanza e municipale, in maniera propositiva e costruttiva. Le istituzioni, per quanto è possibile con organici e personale limitato, proveranno a dare risposte all'altezza.

I giovani, proprio partendo dai messaggi che abbiamo provato a trasmettere, avranno il compito di mostrarsi maturi e consapevoli dei loro diritti ma anche dei limiti chiari che in una città civile non possono essere superati".

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