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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Venezia / Piazza del Luogo Pio

Museo della Città, opera d'arte scambiata per scritta discriminatoria e imbrattata

Uno studente ha frainteso il messaggio "Vietato l'ingresso agli ebrei e alle persone omosessuali" posto su una targa realizzata da Ruth Beraha. L'artista: "Volevo far riflettere sul razzismo"

Ha pensato che quella scritta fosse discriminatoria e offensiva nei confronti di chi la leggesse e così si è improvvisato "paladino della legge" e armato di spray l'ha imbrattata. Peccato però che quella scritta "Vietato l'ingresso agli ebrei e alle persone omosessuali" fosse un'opera dell'artista Ruth Beraha, ebrea ed omosessuale facente di "Io non posso entrare (autoritratto)". L'episodio è avvenuto la mattina del 30 aprile al Museo della Città. L'autore dello sfregio è un giovane studente che prima aveva lasciato sopra il citofono della struttura il libro sui partigiani "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino. Il suo gesto non è passato inosservato agli addetti alla sicurezza e alla direttrice del museo che hanno fermato il ragazzo per chiedergli spiegazioni. "Quella targa non deve stare lì perché presta il fianco al fraintendimento e a lasciar crescere una mentalità discriminatoria" le parole del giovane. Il tutto per fortuna si è concluso con un chiarimento e lo studente ha lasciato un dedicata sul libro che aveva posto vicino all'opera. Paola Tognon, direttrice del museo, ha commentato l'accaduto: "Mi dispiace che questo gesto renda in qualche modo meno potente il messaggio che è contro la discriminazione e il razzismo. Sicuramente la targa non verrà tolta". 

targa museo  Ruth Beraha (3)-2

L'intervista all'artista

Ruth Beraha cosa significa quest'opera?
"È un autoritratto di me stessa. Ha delle caratteristiche fondamentali: è specchiante e richiama le classiche targhe dei notati o degli avvocati, che denotano luoghi di potere e sono anonime. Lo scopo era quello di far rispecchiare il volto di chi leggeva la targa".

La scritta che vi è sulla targa " Vietato l'ingresso agli ebrei e alle persone omosessuali" è una provocazione? 
"Chiaramente la targa ha delle caratteristiche che possono essere viste come provocatorie perché vieta l'ingresso a delle categorie nelle quali mi rispecchio e che oggi sono intoccabili. L'intento è far riflettere su quelli che sono i razzismi del passato e del presente". 

Cosa ha provato quando ha visto la targa imbrattata? 
"Non posso negarti che lo avevo messo in conto, immaginavo che ci sarebbe stata un reazione e così è stato. Il ragazzo che ha compiuto il gesto ha scelto il colore nero e questo fa riflettere ancora di più. Il gesto di censura ha il risultato di mettere ancora più in mostra le cose".

Lei ha avuto un confronto con il ragazzo che ha imbrattato l'opera? 
"Si, ci ho parlato. Mi aspettavo alcune risposte, ma quello che mi ha fatto dispiacere è che ha detto che i livornesi non hanno gli strumenti per capire quello che quella targa vuole dire".

targa museo  Ruth Beraha (1)-2

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