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No Carovita Day, oltre 500 persone in corteo: "Green pass? I problemi sono altri, basta aumenti e tagli"

La manifestazione contro il governo Draghi: "I no Vax travestiti da No Green Pass hanno spostato l'attenzione dai problemi reali. Qui sta aumentando tutto tranne che i salari, stanno scaricando la crisi economica su studenti, lavoratori, pensionati"

Sono partiti da piazza Cavallotti e, nel pomeriggio di ieri sabato 13 novembre, hanno sfilato per le vie del centro per portare in piazza Attias il primo "No Carovita Day, altro che green pass e libera scelta", come scritto su uno dei tanti striscioni. Oltre 500 persone tra lavoratori, pensionati, disoccupati, sindacalisti, militanti politici: tutti senza simboli riconoscibili, come chiesto dagli organizzatori, ma appartenenti al mondo della sinistra e con le bandiere rosse in segno di protesta contro il governo Draghi, il più bersagliato nei cori intonati lungo la strada tra un "Giù le mani dai vaini" e "Basta licenziare".

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"Le manifestazioni No Vax travestite da No Green Pass hanno polarizzato il dibattito politico spostando l'attenzione dai problemi reali"

"Un governo che sta aumentando tutto tranne i salari dei lavoratori - spiegano i manifestanti - per questo è arrivato il momento di dire basta". "Da mesi - si legge sul volantino -  le manifestazioni No Vax travestite da No Green Pass hanno polarizzato il dibattito politico spostando l'attenzione dai problemi reali. La cosa più grave è che nel frattempo il governo Draghi indisturbato sta approvando in parlamento una manovra lacrime e sangue che scarica la crisi su studenti, precari, lavoratori e pensionati. È ora di dire basta a tutto ciò e scendere in piazza per i veri problemi del nostro futuro".

"Siamo contro l'idea di portare l'età pensionabile a quota 102, nessun investimento in edilizia popolare, continui tagli alla sanità pubblica, delocalizzazioni selvagge, deregolamentazione della logistica e autoproduzione in ambito portuale, taglio delle tasse previsto solo per le grandi aziende e al contrario per i cittadini comuni un aumento di bollette, gas, luce, spese correnti e benzina".

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"Per mesi ci hanno raccontato che sarebbe andato tutto bene e adesso stanno scaricando la crisi economica collegata a quella sanitaria sulle solite persone - si legge ancora -. Nel frattempo nelle città ci si mobilita su temi individualistici che poco hanno a che fare con un miglioramento oggettivo delle nostre condizioni di vita nel nostro futuro, disperdendo energie e forze su temi che non scalfiscono minimamente il governo. Le generazioni future non hanno prospettive. Vediamo continui tagli alla scuola e all'istruzione, accorpamenti di aule e mancanza di insegnanti adeguatamente retribuiti. I nostri salari negli ultimi 30 anni sono gli unici ad essersi abbassati rispetto al resto d'Europa".

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