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Cronaca Coteto / Via Niccolò Paganini, 6

Omicidio a Livorno | Dalla coltellata al padre alla chiamata all'amico: "Mi ammazzo", poi l'arresto in via Torino. La ricostruzione dei carabinieri

Dopo aver ucciso il genitore, il figlio avrebbe chiamato un conoscente avvisandolo di volersi togliere la vita. È stato lui a mettersi in contatto con i militari che hanno individuato e arrestato il presunto assassino di Fabrizio Banti

Si è chiuso nel silenzio e, almeno fino al tardo pomeriggio di ieri, venerdì 3 febbraio, ai carabinieri che lo hanno arrestato per l'uccisione del padre il 23enne Leonardo Banti non avrebbe confessato l'omicidio né, quindi, le ragioni che lo avrebbero spinto a compiere il delitto. Una coltellata nel sonno, tra la mandibola e la gola, letale, che nella notte è costata la vita a Fabrizio Banti, 57enne livornese residente insieme al figlio in via Paganini. Dove, appunto, i militari della compagnia di Livorno diretti dal maggiore Ugo Chiosi hanno trovato la vittima esanime dopo che i vigili del fuoco avevano sfondato la porta di ingresso al terzo piano del civico 6.

La testimonianza dei vicini: "Una morte annunciata"

Ad avvisare il 112, stando a quanto ricostruito e confermato dai carabinieri, è stato un amico del presunto assassino che, contattato dal 23enne e messo al corrente di quanto fatto e delle ulteriori intenzioni suicide, ha subito chiamato la centrale operativa del numero unico di emergenza fornendo agli operatori il numero di telefono del giovane. A quel punto i militari hanno chiamato il 23enne cercando di tranquillizzarlo e, dopo averlo geolocalizzato ai giardinetti di via Torino, lo hanno trovato in stato confusionale, con profonde ferite ai polsi. Soccorso ed accompagnato in ospedale, il 23enne è stato quindi arrestato con l'accusa di omicidio aggravato e trasferito nel carcere Le Sughere di Livorno in attesa della convalida.

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