Paolo Nassi, l'omaggio di Luci e Mazzoni all'ex storico tuttofare amaranto: “Lui la vera bandiera”
Il capitano e l'ex portierone amaranto in visita al quasi novantenne tifoso e prezioso collaboratore del Livorno per quasi quarant'anni
Chiedetegli una qualsiasi formazione del Livorno, dal dopoguerra a oggi, e difficilmente si dimenticherà qualcuno. Chiedetegli qualche aneddoto da spogliatoio e se avete un'oretta di tempo non vi basterà per ascoltarne se non una benché minima parte. Chiedetegli, infine, cosa significa l'amaranto, e il sorriso che gli illuminerà gli occhi sarà una risposta più che sufficiente per convincere anche i "livornesi di bocca bona" a tornare sui gradoni dell'Armando Picchi, soprattutto ora che la squadra milita in serie D. Perché quella maglia, lui che l'ha servita per quasi quarant'anni e onorata per oltre ottanta, è una ragione di vita. Quella di Paolo Nassi, classe 1935, storico ex collaboratore tuttofare del Livorno calcio e accanito tifoso della gloriosa Unione Sportiva dai tempi di Zidarich, Raccis e Piana.
Di campioni ne ha visti una quantità infinita, molti sono cresciuti con lui e a loro ha voluto bene come ai propri figli. Tra questi, Andrea Luci e Luca Mazzoni che nei giorni scorsi, non potendo Paolo andare allo stadio per qualche problema di salute, sono andati a trovare a casa il loro grande amico insieme al dirigente Massimiliano Casali. Una visita piacevolissima, tra ricordi passati e appassionate e lucide analisi di chi, ancora, ama e segue la propria squadra incondizionatamente. Paolo, d'altronde, è rimasto con i calciatori nei ritiri, nelle lunghe trasferte sui campi di ogni categoria, fino alla serie A e all'Europa. Un impegno senza riserve, con spiccate capacità organizzative, massima serietà e la disponibilità di esserci in qualunque ora del giorno e della notte. Senza far venire mai meno, anche nei momenti difficili, la sua contagiosa e innata simpatia.
Ecco perché, lo si può ben capire, chiunque abbia vestito la maglia amaranto è rimasto profondamente legato a Paolo. "È lui la vera bandiera del Livorno", potranno dire tutti coloro che hanno avuto l'onore di calpestare l'erba dell'Armando Picchi. Come Luci e Mazzoni, appunto, che alla vigilia della partita a Ghivizzano, poi vinta dal Livorno, hanno trovato il tempo per rendere omaggio a chi, nel corso degli anni, ha sempre trovato il modo di rendersi prezioso. Con il capitano che, tra un abbraccio e un in bocca al lupo, ha infine regalato la mitica numero 8, quella che conta il maggior numero di presenze amaranto, al più grande tifoso - o almeno uno dei più grandi - della vecchia Unione Sportiva Livorno.