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Cronaca

Piscine, nasce il centro federale di Livorno: accordo tra Comune e Federazione Italiana Nuoto per la gestione di Camalich-Neri e Bastia

Approvata in Consiglio l'intesa di cooperazione tra l'ente e la FIN per la trasformazione degli impianti in un centro di alta specializzazione. Polemica dalle opposizioni ma il sindaco garantisce: "Accordo migliorativo in tutto, preservati nuoto libero e attività delle associazioni"

Nella piscina dove trionfò agli Assoluti primaverili 2007 una giovanissima Federica Pellegrini. La stessa dove Gabriele Detti e Gregorio Pellegrini, sotto la guida tecnica di Stefano Morini, hanno preparato gare olimpiche, europee o mondiali. Quella, infine, dove sono nati e cresciuti fior di campioni come Sara Franceschi e, prima di lei, Federico Turrini o Ilaria Tocchini. Ecco, quella vasca tanto amata da chigiornalmente pratica nuoto libero, acquagym, corsi di riabilitazione per anziani o disabili o di formazione per brevetti da sub o bagnino, ha più volte ospitato i fenomeni che si ammirano in televisione. Adesso, però, la loro presenza in corsia, non sarà più saltuaria ma costante, almeno per i prossimi nove anni. La piscina Camalich di via Allende, infatti, insieme alle sorelle Neri e Bastia, si trasformerà nel centro federale di alta specializzazione di Livorno, grazie a un accordo sottoscritto tra il Comune di Livorno e la Federazione Italiana Nuoto che prevede la gestione diretta degli impianti e che è stato approvato ieri, venerdì 28 luglio, in consiglio comunale con i soli voti della maggioranza.

Niente unanimità, dunque, perché a detta delle opposizioni, nonostante un emendamento inserito nel testo originale che vincola maggiormente l'intesa, non sarebbero totalmente garantite le attività di nuoto libero ed altre proprie alla funzione pubblica e sociale che gli impianti comunali dovrebbero riservare. In sostanza, secondo il parere delle opposizioni, anche dal punto di vista economico i vantaggi sarebbero tutti a favore della FIN, di fatto gestore delle piscine senza altri costi se non quelli del personale e con libertà di chiudere o meno le strutture a proprio insindacabile giudizio. Dubbi fermamente respinti dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, che nella seduta consiliare ha illustrato i termini dell'accordo di cooperazione con la FIN

Salvetti: "Scelta migliorativa sotto ogni aspetto. E le attività per i cittadini saranno mantenute intatte"

"Non comprendo che si sia andato a cercare di tutto per trovare cavilli. Questo accordo - ha argomentato Salvetti - è una scelta migliorativa sotto ogni aspetto: per la notorietà all'interno di un sistema nazionale, per le garanzie dei lavoratori, per il guadagno del Comune sul proprio bilancio. L'accordo con la FIN consentirà di proiettare ancora di più Livorno tra le strutture fondamentali del panorama nazionale mantenendo però la vocazione di luogo dove cittadini e società livornesi avranno spazi per le loro attivi". "Dovevamo studiare un nuovo modello di gestione sulla base dei risultati di esercizio sempre in perdita del modello 2010-2019 e dei 2,6 milioni di euro investiti durante la pandemia - ha proseguito il sindaco -. Una nuova formula per garantire il nuoto libero, le  associazioni, i disabili, i sommozzatori: tutto questo mondo è stato portato dentro questo accordo spiegando a FIN che dobbiamo ospitare queste persone e, al tempo stesso, qualificare il centro al lavoro degli agonisti. Già ora le nostre piscine sono un'eccellenza e grazie a questo accordo potremo portare a Livorno manifestazioni di livello nazionale, dai campionati italiani ad altro, e contemporaneamente attraverso l'accordo economico dare un quadro definito sull'impegno del Comune per le piscine le quali sono un investimento per la città, non un costo".

E alle contestazioni per una gestione sbilanciata in favore della FIN - per la durata dell'accordo (nove anni) sono a carico del Comune per l'85% i costi relativi all'approvvigionamento e al consumo del vettore termico per il riscaldamento dell'acqua delle vasche, dell'acqua sanitaria e di tutti gli ambienti dei complessi natatori; il 60% dell' approvvigionamento e consumo acqua e consumo energia elettrica. -, il sindaco ha replicato così: "Da 1,3  milioni di euro si passa a una spesa di 650/700mila euro che al massimo potrà arrivare al milione - ha concluso -. Le tariffe restano in capo al consiglio comunale così come vogliamo tenere sotto osservazione tutti gli spazi che riguardano ore, corsie e giorni per l'utilizzo del nuoto libero. Infine la palestra della Bastia rimarrà esclusivamente dedicata ad allenamenti e gare di altre discipline, perché quel luogo è la valvola di sfogo ideale delle richieste pressanti di decine e decine di società locali per avere spazi al coperto".

Le opposizioni: "Un regole alla FIN, a rischio il mantenimento delle attività non agonistiche"

Molti i dubbi sollevati dalle opposizioni che, dopo aver presentato sei emendamenti al testo di cui soltanto uno passato all'unanimità (bocciati gli altri cinque), ha votato compatta contro l'accordo. : “Stiamo parlando di strutture a funzione pubblica e sociale che devono consentire benessere e cure terapeutiche - ha detto Vaccaro (Gruppo misto) -. Non ho pregiudizi nei confronti dell’accordo perché FIN può portare veramente un valore aggiunto, ma deve essere calato in contesto cittadino. E invece, al di là delle garanzie del sindaco, non c'era niente di nero su bianco, né per le attività sociali e il nuoto libero, né perché esistono i termini, qualora fosse necessario - per rescindere un contratto senza dar vita a un contenzioso". "Apprezziamo l'elevamento degli impianti - le parole di Valentina Barale (Buongiorno Livorno) -, ma negative sono le considerazioni sulle garanzie economiche: dai consumi sulle utenze a carico del Comune, al dare in concessione a un privato il bar. Sarebbe stato più utile il contrario, ovvero la gestione diretta del Comune e poi la collaborazione con FIN, svincolata da costi e ricavi".

"Il sindaco ci dice che la FIN è contenta - l'intervento di Alessandro Perini (Fratelli d'Italia - e ci credo, gli stiamo regalando una struttura. Lo abbiamo detto subito, dall'inizio: noi siamo per tutelare il nuoto libero e le funzioni sociali. Non siamo a favore solo dell’agonistico e non saremo favorevoli a questo accordo se non saranno garantiti. Attività come il brevetto per sub, per bagnini, la fisioterapia in acqua, i corsi disabili, i centri estivi bambini, il nuoto sincronizzato, la pallanuoto e l'acquagym devono essere ampliate e invece il sindaco vuole pigiare tutti nelle vasche di 25 metri. Dovrebbe essere un accordo tra enti pubblici ma se FIN può dare a sua volta la gestione in subappalto a società private di fatto si regala una struttura pubblica in mano ai privati. Ci viene il sospetto che alla fine questa piscina diventi un academy per campioni con i soldi nostri".

Per Aurora Trotta (Potere al Popolo) "l'aspetto negativo sono le spese del Comune e le entrate che arrivano tutte alla FIN", mentre per Carlo Ghiozzi (Lega) "mancano i paletti per garantire le attività non agonistiche. Anche per la palestra servono maggiori rassicurazioni: alla fine andiamo a regalare soldi a chi gestisce bar e ristoranti". "Sindaco, lei dice che il Comune spenderà 650/700 mila euro fino a un impegno massimo di un milione - ha chiosato Lucia Grassi (M5s) - ma è su questo milione che va fatto il conto". "Molti dubbi - le parole di Stella Sorgente (M5s) - che vanno anche oltre l'aspetto gestionale. Mi riferisco ai soggetti parte dell'accordo, ovvero il presidente Fin Paolo Barelli, accusato dal collegio etico della Fina di diversi illeciti tra i quali ci sarebbe il fatto di avere percepito pagamenti non dovuti e non avere riferito su interessi personali. Non proprio il massimo".

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