Polizia, presentati i nuovi distintivi: "Rimarcata la nostra identità di amministrazione civile"
Disegnati dall'esperto di araldica Michele D'Andrea, sono accomunati dalla presenza dell'aquila dorata, emblema dell'Istituzione
A Livorno, così come in altre città di Italia, sono stati presentati, nella mattina del 12 luglio, i nuovi distintivi di qualifica della polizia di stato. Nella questura di via Fiume, a fare gli onori di casa è stato il dottor Lorenzo Suraci che ha ripreso quanto affermato dal capo della polizia Franco Gabrielli: "Abbiamo ritenuto che fosse arrivato il tempo di svincolarci dai 'gradi militari' e appropriarci di segni distintivi che rimarcassero la nostra identità di amministrazione civile ad ordinamento speciale" (in fondo all'articolo potete trovare l'intervista al disegnatore Michele D'Andrea e il significato di ogni singolo distintivo).
Con questa riforma, la polizia, in estrema sintesi, apre alle donne, prevede una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose e cambia i nomi dei gradi che vengono ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. Ed è proprio, recuperando tale spirito riformista che l'uniforme di oltre 98mila poliziotti ha cambiato aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall'esperto di araldica professor Michele D'Andrea. Ad accomunare passato e presente l'immagine, rivisitata stilisticamente, dell'aquila, emblema dell'Istituzione, che quest'anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919.
Gli elementi grafici introdotti nei nuovi distintivi
Il plinto araldico: elemento che individua agenti e assistenti, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso a rappresentare la struttura portante delle fondazioni di un edificio.
Il rombo: individua i sovrintendenti, con il suo profilo fusiforme richiama una punta di lancia simbolo di un dinamismo operativo temperato dall'esperienza;
La formella: caratterizza i funzionari, rivisitazione di quella realizzata dallo scultore quattrocentesco Lorenzo Ghiberti, vuole essere un richiamo alla bellezza e all'eleganza che contraddistinguono l'inestimabile patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese.
