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Cronaca Porto

Porto, l'allarme dei lavoratori: "Investimenti a rilento e poca attenzione a crociere e turismo"

La preoccupazione dei settori portuali: "Il piano regolatore è ormai superato, non c'è alcuna strategia per il crocierismo. Inevitabili danni occupazionali"

I ritardi annunciati dall'Autorità di sistema portuale per la realizzazione del porto passeggeri; il Piano regolatore del porto mai attuato e ormai superato e stravolto nel suo progetto della zonizzazione delle aree portuali; la poca attenzione a livello istituzionale per un attività strategica come quella del mondo delle crociere e del turismo. Sono questi i punti salienti denunciati dai lavoratori del settore nell'assemblea pubblica che si è tenuta giovedì scorso 23 settembre all'arena Astra. La discussione, articolata tra le varie categorie interessate, ha prodotto un denominatore comune, ovvero le preoccupazioni reali ed oggettive che i ritardi degli investimenti infrastrutturali possano provocare un danno irreversibile a tutta l'occupazione del settore.

Ansa Crociere

L'allarme del settore crociere: "Porto e città ci dicano se vogliono investirci" 

"Abbiamo cercato di mettere al centro di tutto l'occupazione di tutti coloro che lavorano nel comparto - ha detto Enrico Barbini, lavoratore della Porto 2000 -. Abbiamo voluto esprimere il nostro punto di vista in una città nella quale si parla di crocierismo solo in campagna elettorale. E sarebbe il caso che questa città e questo porto ci dicessero se credono in questa attività oppure no".

"Siamo preoccupati perché dobbiamo troppo spesso spostarci a La Spezia per poter lavorare - ha aggiunto Alessandra Fasulo, accompagnatrice turistica -. Il nostro settore è stato tra i più colpiti dalla pandemia, soprattutto per il fatto che i lavoratori e le lavoratrici stagionali non hanno percepito alcun aiuto dallo Stato". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Lilia Guerrieri, guida turistica: "Dobbiamo tutti far sì che Livorno diventi con i fatti e non con le parole 'Il porto della Toscana'. A volte siamo costrette ad operare in banchine non strutturate senza servizi e senza ristoro come è il caso del Molo Italia".

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Anche Fabio Bicchierini, ex lavoratore della Porto 2000, ha espresso la propria preoccupazione per la gestione degli ultimi due decenni: "In oltre venti anni di attività si è pensato solo alla divisione degli utili da parte dei soci senza investimenti - ha detto - e con un crescere accentuato del livello di precarietà di lavoro". Gli interventi sono stati infine chiusi da Giovanni Ceraolo, lavoratore del comparto dello spettacolo che ha comunque voluto portare il proprio contributo: "Nessuno deve approfittarsi della pandemia per peggiorare le condizioni di chi lavora - le sue parole -, non è mai troppo tardi per aprire una discussione su temi così centrali come il crocerismo ed il turismo, temi sui quali i lavoratori devono poter esprimere le loro idee ed i loro progetti".

L'assemblea pubblica si è quindi conclusa con la volontà espressa dagli organizzatori di confrontarsi con i vari interlocutori locali, dichiarandosi pronti anche a manifestare pubblicamente nelle sedi opportune per rendere visibile le tematiche in oggetto.

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