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Cronaca

Fiom-Cgil, la protesta davanti alla raffineria Eni: "Il Primo maggio non si lavora"

La rabbia del Coordinamento Imprese di Appalto: "Non c'erano urgenze, ingiustificata la richiesta del committente di entrare in azienda nel giorno di festa"

Alcuni rappresentanti dei lavoratori, riuniti sotto le sigle sindacali Fiom-Cgil, si sono radunati nella mattina di mercoledì Primo maggio per un presidio di protesta davanti alla raffineria Eni di Livorno per dimostrare la loro contrarietà alla decisione delle imprese d'appalto della raffineria di lavorare proprio nel giorno della Festa dei lavoratori. "La richiesta del committente Eni è assolutamente ingiustificata. Non c'è urgenza che tenga", precisa Luca Tamberi, coordinatore delle Rsu Fiom-Cgil. La richiesta da parte di Eni era stata espressa anche per la giornata del 25 aprile.

"Ribadiamo la nostra contrarietà a lavorare in tali festività", commentano i rappresentanti del Coordinamento Imprese di Appalto raffineria Eni che hanno invitato con forza i lavoratori ad astenersi dalla richiesta, rifiutandosi di raggiungere il posto di lavoro. Il coordinamento considera il modus operandi del committente "superficiale, indifferente e noncurante verso i lavoratori". A sostegno di quanto espresso, citano infine le numerose sentenze della Cassazione sul tema dove, sottolineano, "l'orientamento prevalente dei giudici è quello che consente al lavoratore di rifiutare la prestazione nei giorni festivi, non perdendo assolutamente il diritto alla normale retribuzione".

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