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Cronaca Stagno

Futuro della raffineria Eni, l'affondo di Romano (Pd): "Al Mise giocano a scaricabarile"

Il deputato livornese punta il dito contro il ministero in merito alla mancata istituzione del tavolo di confronto dopo la richiesta dei sindaci del territorio. E intanto 35 dipendenti della Palumbo rischiano il licenziamento

"Sarà forse il clima natalizio, ma al Ministero dello Sviluppo Economico devono essersi appassionati al gioco dello scaricabile". Così il deputato livornese, Andrea Romano (Pd), interviene sulla mancata istituzione del tavolo di confronto da parte del ministero sul futuro della raffineria Eni di Stagno. "Non si spiega diversamente - ha aggiunto - l'assenza di qualsiasi iniziativa dopo che sono ormai trascorsi quasi tre mesi dalla solenne assunzione dell'impegno ad aprire un tavolo di confronto tra gli enti locali, i sindacati, l'azienda e il governo". 

Romano ricorda infatti che sono passati 75 giorni da quando Gilberto Pichetto Fratin, viceministro, ha comunicato ufficialmente alla commissione Attività produttive della Camera (in risposta ad una interrogazione presentata dal Pd) "l'intenzione del governo a formalizzare un tavolo per 'condividere una strategia sul futuro' dell'impianto". 

Stagno, esplosione e incendio alla raffineria Eni. Il Comune: "Nessun ferito, situazione sotto controllo". Foto e video

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Andrea Romano (foto Ansa)

Romano: "Disarmante la posizione del viceministro Fratin"

"La novità di quest'oggi - ha aggiunto Romano - è che il viceministro Fratin ci fa sapere di non interessarsi della cosa perché non rientra tra le sue deleghe. Una risposta disarmante, al di là di ogni merito formale, perché trasmette il senso dell'abbandono a cui il Ministero guidato da Giancarlo Giorgetti sembra aver condannato un impianto gestito da una grande azienda a partecipazione pubblica, di valore strategico per lo sviluppo economico e i livelli occupazionali dell'intera costa toscana, al centro delle preoccupazioni degli amministratori locali e ovviamente fondamentale per la vita quotidiana di mille lavoratori e delle loro famiglie".

Il deputato livornese ha quindi concluso evidenziando come adesso il Pd si attenda "una rapida inversione del piano inclinato su cui sta rotolando l'attenzione del ministero per questa grande realtà industriale, con il rispetto degli impegni presi dinanzi al parlamento e la convocazione di un confronto formale dove l'azienda, le associazioni sindacali e gli amministratori pubblici possano confrontarsi una volta per tutte sulla strategia per il futuro".

Futuro Iss Palumbo, Salvetti e Simoncini chiedono il ritiro della procedura di licenziamento collettivo

Ma all'interno della raffineria Eni c'è preoccupazione anche per quanto riguarda la sorte dei lavoratori dell'Iss Palumbo, l'azienda che si occupa di stoccaggio, logistica e movimentazione olio. Nella mattina di lunedì 20 c'è stato un incontro tra Comune, rappresentanti dei lavoratori e sindacati, circostanza al termine della quale il sindaco Luca Salvetti e l'assessore Gianfranco Simoncini hanno chiesto all'azienda di ritirare la procedura di licenziamento collettivo

"L'appalto relativo alle attività di infustaggio, magazzinaggio e spedizione – spiega Simoncini - scadrà il prossimo 31 gennaio e l'azienda, nei giorni scorsi, in via preventiva ha aperto una procedura di licenziamento collettiva non avendo certezze sulla volontà di Eni, tuttavia in questi giorni si sono aperte  prospettive diverse. Eni ha bandito prima un appalto per la gestione delle spedizioni e poi ne ha attivato un altro per la gestione del magazzino, quindi, per certi versi vengono meno le ragioni di un licenziamento collettivo anche se rimangono preoccupazioni per l'occupazione futura in merito allo spezzettamento degli appalti e ad una volontà di internalizzare parte delle attività".

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