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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Piombino

Rigassificatore Piombino, Legambiente al corteo nazionale: "No all'hub del gas, sì a quello delle rinnovabili"

L'associazione assicura la propria presenza alla manifestazione di domani: "Il governo non sia miope e acceleri la transizione ecologica"

"No all'hub del gas, sì a quello delle rinnovabili". Con questo slogan, che poi è un appello al governo Meloni, Legambiente assicura la propria partecipazione alla manifestazione nazionale per il clima che si terrà domani, sabato 11 marzo, a Piombino, dove forte sarà il "no" al rigassificatore Snam in procinto di entrare in funzione questa primavera e alle politiche ambientali obsolete che non tengono conto di cambiamenti climatici ed esigenze ormai non più rimandabili.  "Per accelerare la transizione energetica - dicono da Legambiente -, il governo non sia miope: non servono nuove infrastrutture a gas, ma occorre investire su più rinnovabili, efficienza, reti elettriche e accumuli, autoproduzione, impianti da fonti pulite necessari per traguardare l'orizzonte della decarbonizzazione al 2035. Ce lo impone da un lato la crisi climatica che sta accelerando il passo con impatti sempre più negativi sul Pianeta, ce lo chiede dall'altro lato l'Europa con il RePowerEu".

"L'Italia è in forte ritardo nella diffusione delle rinnovabili - continuano dall'associazione -, preferendo di gran lunga le fonti fossili come dimostrano i 41,8 miliardi di euro stanziati nel 2021 per questo settore. Ben 7,2 miliardi in più rispetto all'anno precedente. Per questo Legambiente, insieme al suo coordinamento nazionale giovani, sarà domani a Piombino, per far sentire la propria voce. A differenza del gas e delle altre fonti fossili, le energie rinnovabili, sole e vento, sono gratis. Per questo non sono più ammessi ritardi". Legambiente ricorda inoltre che "se in questi anni lo sviluppo delle FER (solare + eolico) fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW l'anno), oggi l'Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l'anno, riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%". 

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"Il paradosso dell'Italia - spiega il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani - è che continua a lavorare ed investire sulle fonti fossili molto più di quanto faccia sulle rinnovabili. L'Esecutivo Meloni, sulla scia dell'ex governo Draghi, con le politiche di diversificazione degli approvvigionamenti di gas fossile e il conseguente sviluppo di nuove infrastrutture nel Paese rischia di peggiorare la situazione. Per questo domani saremo in piazza a Piombino alla manifestazione di "Liberiamoci dal Fossile". Il Governo Meloni abbia il coraggio di invertire la rotta: è urgente snellire e semplificare gli iter autorizzativi, a partire, dai nuovi progetti di eolico a terra e a mare, accelerare sulla realizzazione dei grandi impianti a fonti pulite, sull'agrivoltaico che produce elettricità come integrazione e non sostituzione della coltivazione agricola, su reti elettriche e accumuli, sulla diffusione delle comunità energetiche che usano localmente energia prodotta da fonte rinnovabile; senza dimenticare una seria politica di riqualificazione del patrimonio edilizio capace di rispondere con i fatti alle nuove Direttive europee. Questa è la rotta giusta per accelerare la transizione energetica ed ecologica del Paese".  

"Le nostre vertenze - il commento di Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana - si nutrono sempre di una visione alternativa, di proposte concrete e praticabili. Aderire alla manifestazione nazionale liberiamoci dal fossile significa per noi confermare l'opzione verso un modello energetico decentrato, partecipato, pulito, basato sulle fonti rinnovabili e sul risparmio, da tutti i punti di vista. Circoli, attivisti e simpatizzanti di Legambiente Toscana sabato 11 marzo saranno tutti a Piombino!".

Per Legambiente, insomma, "il Paese sta andando a due velocità. Da una parte c'è la corsa nella direzione sbagliata, verso le fonti fossili e in particolare verso nuovi rigassificatori, dall'altra quella a rilento delle rinnovabili e degli impianti da fonti pulite. Ad esempio - concludono dall'associazione -, nel caso di Ravenna si stima la messa in funzione del nuovo rigassificatore nel 2024, basteranno dunque quattro mesi per autorizzare il rigassificatore che dovrebbe funzionare per ben 25 anni, tempistiche che non sono minimamente giustificabili attraverso il pretesto dell'emergenza. Dall'altra parte sono 4 anni che l'impianto eolico davanti alla costa romagnola è in attesa dell'autorizzazione. Un intervento su cui anche la Regione Emilia-Romagna si era scatenata contro, prima che l'azienda rimodulasse il layout dell'impianto".

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