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Cronaca Piombino

Rigassificatore a Piombino, l'ex governatore Rossi striglia il ministro Cingolani: "Non prenda in giro la Toscana"

Interviene anche l'ex presidente, alla guida della Regione dal 2010 al 2020, sull'installazione della nave gasiera Golar Tundra nello scalo livornese

La questione dell'arrivo nel porto di Piombino della Golar Tundra, nave gasiera acquistata da Snam per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, continua a far discutere dopo le assemblee pubbliche organizzate dai cittadini nelle scorse settimane e dopo la promessa da parte del sindaco di Piombino Francesco Ferrari di verificare passo dopo passo tutto l'iter amministrativo compiuto per questa decisione. 

Anche l'ex governatore Enrico Rossi, alla guida della Regione dal 2010 al 2020, ha mandato un messaggio chiaro al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: "Il governo non prenda in giro i cittadini e la Toscana", evidenziando che "ci rivende a nome del governo quello che il governo avrebbe già dovuto fare", riferendosi alla bonifica dell'area delle acciaierie e al completamento della strada 398 per l'accesso alla città. Sulla questione i sindaci dei comuni della Valdicornia, compatti sul fronte del no al rigassificatore, hanno invitato l'attuale governatore, Eugenio Giani, a partecipare ai consigli comunali per confrontarsi con i cittadini.  

Rigassificatore a Piombino, rassicurazioni dal governo: "Non ci sono rischi di danni ambientali"

L'ex presidente Rossi: "In 10 anni di crisi delle acciaierie nessun impegno da parte del governo. Prima di chiedere dovrebbe dare risposte"

"Il governo e il ministro Cingolani hanno il diritto di porre alla Toscana e a Piombino una questione nazionale come quella dell'approvvigionamento del gas in una situazione di emergenza - ha detto Rossi all'Adnkronos -, chiedendo di piazzare nel porto una enorme nave gasiera. Hanno invece torto a prendere in giro i toscani e i piombinesi, promettendo in cambio il completamento della statale 398 con il collegamento con la città di Piombino e la realizzazione delle opere di bonifica delle aree intorno all'acciaieria. In realtà il governo non fa altro che impegnarsi a fare ciò che in accordi di programma già firmati, a partire dal 2014, con la Regione e il Comune si era solennemente impegnato a finanziere".

"Inoltre - ha aggiunto -, forse sfugge al ministro Cingolani, il porto con grandi banchine e 29 metri di profondità, assai raro sulle coste italiane, è un'opera realizzata a totale spese della Regione Toscana in tempi brevissimi, come strumento di rilancio della città afflitta dalla grave crisi industriale. Invece, in oltre 10 anni di crisi delle acciaierie nessun impegno concreto si è avuto da parte del governo, diversamente da ciò che è avvenuto a Taranto dove è entrato nella compagine proprietaria".

"Quindi - ha proseguito -, se il governo vuole domandare alla Toscana di farsi carico di installare un altro rigassificatore, dopo quello di Livorno, dovrebbe avere la sensibilità umana prima che politica di venirci a dire: come intende rilanciare le acciaierie di Piombino prendendo precisi impegni ed entrando nella compagine proprietaria? Per quando tempo intende tenere occupato il nostro porto con la grande nave e come intende rilanciarlo dopo che i progetti attualmente esistenti subiranno una pesante battuta di arresto? Come intende garantire la sicurezza assoluta del porto e della città dai rischi di una presenza pericolosa? Il governo - ha concluso - dovrebbe dare risposte a tutto questo prima ancora di chiedere qualcosa. Invece, si presenta 'rivendendoci' come novità realizzazioni su cui si è già impegnato e su cui è in ritardo. Ma, come si dice, "cacio vinto non si rigioca" e i toscani non sono stupidi".

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