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Cronaca

Scuola, vietato ammalarsi: il protocollo Covid "imprigiona" le famiglie. Le mamme: "Servono test più rapidi e meno invasivi"

La protesta dei genitori: "Chiediamo maggiore attenzione verso i più piccoli, non si possono fare tamponi in continuazione"

È ormai passata una settimana dal rientro a scuola, ma tra le famiglie livornesi ci sono ancora parecchi dubbi sulle modalità di riammissione in classe dopo un'assenza per malattia. Un punto debole del sistema è indubbiamente il fatto che, nel certificato medico, il pediatra deve poter escludere che la malattia sia correlata al Covid-19. E per affermarlo è necessario il risultato del tampone che, al momento, è l'unico test diagnostico considerato affidabile. I tempi per poterlo effettuare, però, variano a seconda della disponibilità dei tamponi, costringendo spesso intere famiglie a isolamenti preventivi lunghi anche più di una settimana. 

Una situazione che ha creato un acceso dibattito anche sui social e in particolare nel gruppo Facebook "Mamme di Livorno uniamoci", portando alla creazione di un gruppo privato in cui confrontarsi sulle diverse esperienze e su come agire per trovare una soluzione. "Servono esami più rapidi e meno invasivi per i nostri figli" è stato il leitmotiv. Mentre una prima risposta arriva dalla vincesindaco Libera Camici: "La Regione sta introducendo la figura del medico scolastico".

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Scuola, l'appello delle mamme livornesi: "Più chiarezza sui tamponi"

"Siamo a casa da quattro giorni in attesa che l'Asl ci chiami per fare il tampone - racconta Francesca Nicolosi, autrice del post che ha dato il via alle polemiche -. Nel frattempo mia figlia, che ha avuto giusto un po' di raffreddore, è praticamente guarita. Inizialmente il pediatra ci ha detto che potevamo rivolgerci esclusivamente alla Asl; qualche giorno dopo, invece mi è stato dato il via libera e ho potuto prenotare il tampone in un laboratorio privato".

Francesca spera che quanto accaduto non rappresenti la normalità: "Vorrei non rivivere questa odissea in futuro perché ho due figli alla materna che si ammalano, come tutti, in continuazione. Manca chiarezza, non si capisce come ci si debba muovere e se valgano o meno i tamponi fatti da un privato. Purtroppo non c'è uniformità di comportamento tra i pediatri, mentre scuola e Asl dialogano poco. Alla fine a rimetterci sono i bambini".

Un problema, quello della validità dei tamponi privati, che la vicesindaco Libera Camici rimanda in casa Asl. "Capisco il disagio delle famiglie, anzi lo vivo in prima persona - ha dichiarato la vicesindaco - ma purtroppo l'amministrazione comunale in questo frangente ha poco margine di intervento. Sta al buon senso dei pediatri, ma cercheremo come amministrazione di fare da stimolo affinché la Asl trovi al più presto una soluzione a questo problema".

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Le richieste delle famiglie: esami più veloci e meno invasivi

Oltre all'invasività del tampone, un altro problema riscontrato è legato alle tempistiche di realizzazione. L'iter, infatti, prevede che dopo l'eventuale segnalazione della scuola alle famiglie - in caso di malore durante l'orario scolastico -  il pediatra dovrà far intervenire la Asl che provvederà a ricontattare la famiglia per eseguire il test. I tempi, però, sono lunghi. "Mio figlio è a casa da diversi giorni e siamo in attesa che ci chiamino per il tampone - commenta polemica un'altra mamma -. Possibile effettuare un tampone al mese? I bimbi si ammalano, è inevitabile e i sintomi del raffreddore portano tutti al Covid".

Una situazione che "sfiora il paradossale", la definisce Valentina Gallucci, madre di due bambini che frequentano una scuola dell'infanzia. "In classe sono già tre i bambini in attesa di fare il tampone per un raffreddore - racconta al telefono -. Non vogliamo prendere la situazione sotto gamba, ci mancherebbe, teniamo tutte alla salute dei nostri figli, però facciamo un appello sia alla scuola che ai pediatri perché attivino il protocollo Covid nel caso in cui si presentino più sintomi insieme o comunque dopo aver visitato il bambino". 

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"Quello che chiediamo è un po' di buonsenso - conclude Valentina - perché i bambini si ammalano di continuo e continueranno ad ammalarsi, non c'è solo il Covid. Servono tamponi meno invasivi e più rapidi così da avere il risultato entro tre giorni e sveltire anche le procedure di rientro". C'è anche chi chiede la presenza di un medico anche nelle strutture per l'infanzia. "Capisco che per le maestre non sia facile distinguere un raffreddore da una patologia più seria - sottolinea Francesca -. Proprio per questo sarebbe opportuno avere una figura sanitaria anche al nido e alla materna così da avere una primissima diagnosi già in classe e far partire il protocollo Covid soltanto se si presentano sintomi più importanti".

Libera Camici: "La soluzione più immediata è l'introduzione del medico scolastico"

Alle proteste delle mamme risponde instanto la vicesindaco Libera Camici. "C'è già un'ordinanza della giunta regionale che prevede l'introduzione di una figura sanitaria all'interno delle scuole - dice - che, oltre a effettuare una primissima diagnosi sul bambino, sollevando il personale scolastico da una reposnsabilità non indifferente, potrebbe effettuare test rapidi e non invasivi così da attivare il protocollo covid soltanto in casi di reale necessità".

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