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Cronaca

Guerra in Ucraina, online il portale che aiuta i profughi a trovare gli alloggi anche in Toscana

Si chiama icanhelp.host e tramite una mappa consente di monitorare live la disponibilità delle famiglie ad ospitare

Si chiama icanhelp.host ed è un portale nato per aiutare i profughi di guerra a trovare ospitalità e accoglienza presso le famiglie di tutto il mondo. Un sito che, alla luce dei drammatici fatti che purtroppo ormai da giorni stanno tenendo tutti con il fiato sospeso, ha l'obiettivo di fare da vera e propria bussola per i cittadini ucraini che fuggono dalle atrocità del conflitto scatenato dall'invasione della Russia. In Italia il suo utilizzo sta crescendo pian piano, ma negli altri paesi si notano numeri di disponibilità ben più significativi che sono destinati ad aumentare con il passare delle settimane.

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Come raccontato nei giorni scorsi anche da Il Fatto Quotidiano sono oltre 8mila i posti letto disponibili in tutti i continenti. Le possibilità cambiano continuamente con il passare dei minuti, nella giornata di ieri solo facendo riferimento alla Toscana c'erano una ventina di posti letto disponibili tra Firenze, Pisa, Lucca e Grosseto, ma già in serata erano scesi a poco più di una manciata. Cliccando sul logo del colore della bandiera dell'Ucraina è possibile ottenere informazioni sugli ospiti e verificare zona e città. Così come chi ha intenzione di ospitare, possibilità attuabile semplicemente aggiungendo tutti i dati di riferimento e il numero di persone che è possibile accogliere. Dunque un canale diretto tra chi fugge e chi ha la possibilità di aiutare. 

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La missione: "Trovare casa in Europa per le persone ucraine che cercano rifugio"

Come chiaramente spiegato nella sezione 'su di noi' del sito la piattaforma è stata sviluppata da due leader europei della Fondazione Obama. Farhad Shamo Roto, un rifugiato yazidi in Francia e Nick Antipov, un difensore Lgbtq bielorusso e richiedente asilo a Berlino. "Ci consideriamo - spiegano - come difensori dei diritti umani per conto delle minoranze. La nostra piattaforma è stata costruita da una squadra di sviluppatori bielorussi che ha protestato contro le repressioni in 2020 e sono stati costretti a fuggire dal loro paese. Siamo sostenuti da attivisti e difensori dei diritti umani in tutta Europa".

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