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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Statua di Wildt, indagato l'ad di Sotheby's Italia. E il gip sequestra l'incasso della vendita

Bloccato preventivamente mezzo milione di euro sul conto corrente dell'Unione italiana ciechi di Livorno. Sottoposti ad indagine anche la presidente, il vicepresidente e il consigliere vedente UIC

Quasi mezzo milione, per la precisione 484.638,36 euro. A tanto ammonta la somma depositata su un conto corrente intestato all'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Livorno ricavata dalla vendita della statua di Adolfo Wildt "Santa Lucia" (foto Paolobon 140 su Wikipedia, licenza CC BY-SA 4.0), battuta a un'asta londinese da Sotheby's nel dicembre 2015. Una somma per la quale, in data 8 agosto 2019, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Livorno, Mario Profeta, ha disposto il sequestro preventivo su richiesta del pm che indaga sull'intera operazione e che, come abbiamo raccontato su LivornoToday, ha portato all'avviso di garanzia per quattro persone. Tra queste, anche l'amministratore delegato e direttore generale di Sotheby's Italia, Filippo Lotti, aretino classe 1963, dal 2000 alla guida della struttura italiana della casa d'aste come coordinatore delle attività operative, sia per quanto riguarda l'organizzazione delle aste in Italia, sia per l'esportazione delle opere.

Chi sono gli indagati per la vendita dell'opera di Wildt, "Santa Lucia" 

Oltre a Lotti, il pubblico ministero della Procura di Livorno, Massimo Mannucci, ha notificato l'informazione di garanzia - contestualmente alla notifica del decreto di sequestro preventivo - ai vertici dell'Unione italiana ciechi di Livorno: Roberta Foresi, presidente, livornese classe 1951; Alberto Corda, vicepresidente, nato a Riola Sardo nel 1974 ma residente a Livorno, e Roberto Bandinelli, il consigliere vedente dell'associazione, anche lui livornese del '51. Insieme a Lotti, risultano tutti indagati a vario titolo per diversi reati, tra i quali appropriazione indebita e ricettazione e la violazione di due articoli del Codice dei beni culturali che riguardano l'alienazione del demanio culturale e il trasferimento all'estero di oggetti di interesse artistico.

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Le motivazioni del sequestro preventivo

Le indagini, scattate in seguito alla denuncia di due dirigenti Asl di Livorno, interessano i fatti che partono dal febbraio 2015. Ed è proprio relativamente a quel periodo che va fino alla vendita dell'opera di Wildt, nel dicembre dello stesso anno, che la Procura cercherà di evidenziare se il tutto si sia svolto regolarmente. Intanto il gip del tribunale di Livorno, sussistendo anche il "periculum in mora", ha disposto il sequestro preventivo della somma ricavata dalla vendita della statua, avvenuta apparentemente senza titolo dalla presidente dell'Unione Italiana Ciechi e trasferita all'estero senza la preventiva visione della Soprintenza dei Beni culturali di Pisa e Livorno. Una storia dalla quale, ancor prima che si potesse pensare a un qualsivoglia risvolto giudiziario, avevano preso le distanze alcuni soci dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, che in un assemblea del 28 novembre 2015, pochi giorni prima della vendita della statua, si erano fermamente opposti alla sua cessione.

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