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Cronaca

Toscana zona arancione, Confcommercio Livorno: "Chiudere i ristoranti a San Valentino? Un altro disastro economico"

Il Federico Peragnoli condanna la scelta del governo: "Bastava un piccolo sforzo per andare incontro a una categoria che ha avuto durissime perdite a causa dell'epidemia"

Confcommercio Livorno critica pesantemente la scelta del governo di dichiarare la Toscana zona arancione a partire da domenica 14 febbraio. Così come tutti i ristoratori, anche l'organismo italiano chiedeva che il cambio di fascia avvenisse da domani in maniera tale da lasciare aperti i locali a pranzo: "Questa decisione - le parole del direttore provinciale Federico Pieragnoli - per i pubblici esercizi rappresenta un altro disastro economico. Si prendono decisioni sulla pelle degli operatori, senza una chiara visione delle conseguenze. Sono giorni che andiamo ripetendo al governo e al presidente Giani di tener conto di San Valentino, una domenica particolare, che poteva essere una vera boccata d'ossigeno per molti ristoratori. Tantissime imprese hanno investito migliaia di euro nell'attesa delle ordinanze e nella speranza di una eccezione che non avrebbe pregiudicato l'efficacia delle misure di contenimento del virus". 

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Pieragnoli capisce l'importanza di salvaguardare la salute pubblica, ma chiedeva un piccolo sforzo a tutti gli organi competenti: "Il pranzo di San Valentino è tradizionalmente prenotato in anticipo da coppie o congiunti, e non certo da tavolate di quasi estranei. Con l'ausilio di controlli nelle strade da parte delle forze dell'ordine il rischio di assembramenti sarebbe stato praticamente nullo in questa occasione che celebra l'intimità, e non certo la folla. Le ripercussioni economiche e sociali di questi automatismi stanno avendo conseguenze incalcolabili". 

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