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Caso Covid all'asilo "La Giostra", la dirigente Talozzi: "Protocollo efficace, per ora solo il tampone garantisce sicurezza"

La responsabile del sistema integrato infanzia del Comune parla chiaro: "Speriamo anche noi che arrivino presto esami meno invasivi, ma fino a quel momento ci sono norme ferree da rispettare"

Il caso di positività riscontrato nel bambino di un anno al centro infanzia La Giostra di Livorno riporta l'attenzione sul tema dei tamponi nelle scuole e il protocollo da seguire in caso di possibili contagi. Un procedimento messo in discussione da migliaia di genitori che, da un paio di settimane, hanno dato il via a una protesta, partita proprio da Livorno sul gruppo Facebook "Basta tamponi ai bambini" e allargatasi a macchia d'olio fino a coinvolgere famiglie di tutta Italia. D'altra parte, però, il tampone risulta l'unico test efficace per riscontrare l'eventuale positività al Covid, e il protocollo seguito correttamente dalle educatrici del centro infanzia La Giostra è servito a identificare un caso, evitando così che il contagio potesse estendersi ulteriormente e senza alcun tracciamento.

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A ribadire l'importanza dei tamponi, pur comprendendo la preoccupazione delle famiglie e condividendo la richiesta di esigere test più rapidi e meno invasivi, è Paola Talozzi, responsabile del sistema integrato Infanzia 0/6 del Comune di Livorno. "Chi lavora a scuola comprende perfettamente la richiesta dei genitori di avere test diagnostici più rapidi e meno invasivi dei tamponi - spiega Talozzi - ma finché non saranno disponibili l'unico test accreditato è il tampone, e l'esempio che ha coinvolto "La Giostra", e che speriamo non si ripeta spesso, è la dimostrazione che anche in presenza di un solo sintomo riconducibile al Covid, come in questo caso, è necessario escludere la possibilità di infezione con un test. Ci sono delle norme dentro le quali dobbiamo stare per garantire la sicurezza e il benessere dei bambini e di chi lavora nella scuola. Le educatrici hanno ritenuto giusto che la famiglia si rivolgesse al pediatra e, purtroppo, hanno avuto ragione".

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Quella da zero a sei anni, in particolar modo, è una fascia d'eta delicata perché in classe non è previsto l'uso di mascherine e non è possibile mantenere il distanziamento. "Per questo motivi i bambini sono divisi in piccoli gruppi e guidati nelle attività sempre dagli stessi adulti di riferimento, insegnanti, educatrici e collaboratori scolastici - conclude Talozzi -. Questo ci ha permesso di isolare un numero ristretto di persone e garantire già da stamattina la sicurezza della struttura scolastica". Gli ambienti utilizzati dal gruppo del bimbo positivo sono stati infatti sanificati prima della riapertura della scuola e verranno comunque riutilizzati soltanto al ritorno in classe delle persone al momento in quarantena.

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