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Livorno e il cinema, quando il Cisternone fu trasformato nel teatro di Amburgo per il film "I sequestrati di Altona"

Le foto di Hitler, Himmler e Gobbels tra le colonne dell'opera di Pasquale Poccianti per riprodurre lo "Schauspielhaus" della Germania post bellica. Una curiosità ai più sconosciuta

Livorno e il cinema, un legame che, nel corso degli anni, è stato sempre particolarmente produttivo. Come dimenticare la celebre scena finale de "Il Sorpasso" con protagonista Vittorio Gassman girata sul Romito o le "vespine" per i vicoli del Borgo e della Venezia di Marematto con Jean Paul Belmondo nei panni del "livornese"? Per non parlare poi dei film con Bud Spencer come Lo chiamavano Bulldozer e Bomber e quelli con Renato Pozzetto come Ricchi, ricchissimi... praticamente in mutande ed È arrivato mio fratello che hanno contribuito a rafforzare ulteriormente la notorietà della nostra città, diventata poi sede privilegiata di riprese per il regista livornese Paolo Virzì, che qui ha voluto girare Ovosodo e La prima cosa bella. Non tutti, però, sanno che Livorno, e in particolare il Cisternone, hanno avuto un ruolo anche ne I sequestrati di Altona, film del 1962 diretto da Vittorio De Sica ambientato nella Germania post bellica con protagonisti Sophia Loren e Maximilian Schell e vincitore di due David di Donatello.

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È infatti proprio il Cisternone, addobbato sulle sue colonne con i ritratti di Hitler, Himmler e Gobbels, i volti più noti della follia nazista, il teatro di Amburgo nel quale Sophia Loren, nei panni di Johanna, recita in un'opera brechtiana. Al suo esterno, in una serata di galà, persone in abiti da sera pronte a godersi lo spettacolo. Un breve spaccato che agli spettatori livornesi non sarà certamente sfuggito.

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