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Donne nell'Arma, le storie di Irene Micelotta ed Irene Podda: "La nostra una missione"

Una tenente colonnello, l'altra giovanissima ed al primo incarico: le loro testimonianze per ricordare il ruolo del gentil sesso nelle istituzioni in occasione dell'8 marzo

Due donne, di due generazioni diverse, che hanno fatto della divisa dei carabinieri una seconda pelle da indossare con orgoglio. Per Irene Micelotta, tenente colonello classe 1975 in servizio alla seconda brigata mobile di Livorno e prima ufficiale donna paracadutista in Italia, e Irene Podda, 22enne al suo primo incarico, far parte dell'Arma non è infatti soltanto un lavoro, ma una vera e propria missione. Due storie che, in occasione della Giornata internazionale della donna, testimoniano il fondamentale contributo offerto dal genere femminile all'interno delle istituzioni. 

Irene Micelotta: "Volevo fare l'insegnante di ginnastica, poi ho sentito il richiamo della divisa"

"Avevo già 23 anni quando ho fatto questa scelta - racconta Irene Micelotta -. La mia aspirazione, inizialmente, era infatti quella di fare l'insegnante di ginnastica, visto che mi ero laureata in Scienze Motorie. Nel 2000, quando si tenne il primo concorso aperto anche alle donne per intraprendere la carrriera militare, decisi però di partecipare, spinta soprattutto dalla stima che avevo nei confronti dell'Arma dei Carabinieri. Per me, visto che c'erano solamente dieci posti disponibili, fu una sorpresa vincerlo. Fu così che mi arruolai all'Accademia Militare di Modena".

"All'epoca - continua - non erano ancora pronti da un punto di vista organizzativo. Ricordo, ad esempio, che non erano presenti neanche regolamenti specifici per quanto riguarda la capigliatura e l'abbigliamento. Decisero così di applicare la regola già in vigore per gli uomini tagliandoci a tutte i capelli. Quando intrapresi questo percorso - aggiunge - non avevo neanche un modello di riferimento da seguire essendo stata una delle prime donne ad entrare: fui guidata dall'incoscienza giovanile".

irene micelotta e irene podda0-2

"Nel corso di questi vent'anni - prosegue la tenente colonnello - ho assistito ad una importante evoluzione normativa e, adesso, penso che il processo di integrazione sia giunto all'80% del suo percorso. Ci sono infatti ancora dei passi da fare, dato che le donne non sono presenti in tutte le articolazioni dell'Arma. Io, dall'interno, cerco di dare un impulso a questo cammino".

Irene Micelotta analizza poi del fenomeno della violenza sulle donne: "Da rapppresentante delle istituzioni - afferma - non posso tirarmi indietro da questa lotta, che non è tanto una tutela della donna, ma di tutela della società nella sua interezza. Quando si parla di violenza sulle donne non si deve pensare ad una lotta di genere: non tutti gli uomini sono violenti ed esistono anche episodi di reati commessi da donne nei confronti di uomini. Sottolineare questi eventi - aggiunge - deve essere quindi visto non come elemento di contrasto, ma come mezzo per migliorarci prevenendo il più possibile tali episodi".

Irene Podda: "In famiglia carabinieri da 100 anni. Alle donne vittime di violenza dico di venire da noi: troverete aiuto e protezione"

"Vengo da una famiglia in cui, a partire dal mio bisnonno, vestiamo ormai da cent'anno la divisa dei carabinieri - racconta Irene Podda -. Vedere ogni giorno mio padre fiero del proprio lavoro è stato ciò che mi ha spinto ad intraprendere questo tipo di carriera. All'interno dell'Arma - sottolinea - non viene fatta nessuna discriminazione tra maschi e femmine: le donne, sia nelle scuole che nelle attività lavorative, svolgono le stesse mansioni degli uomini. Nel mondo civile, invece, c'è ancora qualche differenza: capita che ci sia quello che vuole parlare con un carabiniere uomo, ma talvolta si verifica anche il contrario".

"Alle donne che subiscono violenza - aggiunge infine - mi sento di dire di non aver paura e di venire da noi. Qui troverete sempre aiuto protezione".

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