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Porta San Marco, 10-11 maggio 1849: Livorno ricorda la resistenza contro gli austriaci in difesa della città

I livornesi, guidati da Enrico Bartelloni, riuscirono a proteggere le mura per ventiquattr'ore malgrado il numero di forze in campo nettamente inferiore alle truppe guidate dal generale Costantino d'Aspre. Le celebrazioni in occasione del 172esimo anniversario

Costruita nel 1839-40 sul progetto di Carlo Reishammer, nell'ambito dell'ampliamento della cinta doganale decretata nel 1834, la Porta San Marco rappresenta uno dei simboli di Livorno, non tanto per la struttura innovativa dell'epoca, primo esempio di volta realizzata in ghista, quanto piuttosto perché simboleggia l'eroica difesa della città contro gli austriaci, il 10 e 11 maggio 1849, di cui ricorre oggi il 172esimo anniversario. Un evento storico che Livorno celebrerà anche quest'anno, venerdì 14 maggio e nel pieno rispetto delle normative anti Covid, con la deposizione di una corona ai Caduti in piazza Bartelloni e il saluto del sindaco Salvetti alle autorità, eventi da poter seguire anche in streaming sul canale Youtube del Comune di Livorno, mentre il 19 settembre alla Terrazza Mascagni andrà in scena il Gran Ballo risorgimentale in costume a cura della Società Danza Circolo Livornese.

Porta San Marco, la resistenza contro gli austriaci

Livorno fu presa d'assedio dall'esercito austriaco, arrivato in Toscana per permettere la restaurazione al Granducato di Leopoldo II, costretto a fuggire in seguito ad alcune sommosse popolari, a partire dall'alba del 10 maggio 1849. Il generale Costantino d'Aspre, alla guida degli austriaci, offrì la resa alla città, che, però, rispose in maniera per lui inattesa. Le porte cittadine vennero infatti chiuse e i livornesi, guidati da Enrico Bartelloni e Andrea Sgarallino con il sostegno del colonnello francese De Serre e del maggiore lucchese Ghilardi, diedere vita ad una strenua resistenza.

L'esercito austriaco circondò le mura ed iniziò un incessante cannoneggiamento sulla città dividendo le truppe in cinque raggruppamenti per assediare altrettante porte, ma i livornesi, malgrado il numero di forze in campo ridotto rispetto a quello degli avversari, non cedettero resistendo per 24 ore. Soltanto il mattino seguente gli austriaci riuscirono ad entrare in città, uccidendo tutti coloro che, nel frattempo, continuavano ad opporre resistenza. Anche lo stesso Bartelloni, che rispose in maniera sprezzante ad una guardia che gli intimò l'alt la sera del 14 maggio, fu giustiziato dentro la Fortezza Vecchia, non prima, però, di aver manifestato tutto il suo disprezzo al generale d'Aspre rivendicando tutto il suo orgoglio patriota. "Viva l'Italia", pronunciò prima che il plotone d'esecuzione austriaco fece fuoco su di lui secondo quanto riportarono alcuni testimoni.

porta san marco (3)

Costantino d'Aspre, dopo una settimana di saccheggi, fece sospendere il sacco, riprendendo poi il suo cammino verso Roma. Livorno, però, rimase per altri cinque anni in mano agli austriaci, presenti in città con una guarnigione di 4000 uomini al comando del generale Francesco Filliot.

Anni dopo i resti di alcuni livornesi fucilati dagli austriaci furono trasferiti nel cimitero comunale dei Lupi, con Lorenzo Gori che scolpì in loro ricordo un monumento commemorativo. Nel 1889, invece, alcune lapidi in memoria dei combattenti livornesi furono poste all'esterno della porta San Marco, dove sono presenti ancora oggi.

Porta San Marco oggi

L'attuale Porta San Marco, collocata proprio di fianco alla vecchia stazione Leopolda, fu realizzata in sostituzione dell'altra omonima porta che chiudeva la vecchia cinta in prossimità della chiesa Santa Caterina. La struttura, sulla cui sommità domina un grande leone alato opera dello scultore fiorentino Nencini, fu poi ampliata al termine degli scontri con gli austriaci con l'aggiunta di un varco laterale per facilitare l'accesso alla stazione Leopolda, che assunse la denominazione di Barriera San Marco. A partire dal 1881 la porta fu poi attraversata dai binari della rete tranviaria, percorso in seguito abbandonato con l'elettrificazione degli impianti. Con il trascorrere degli anni e dei decenni la porta ha perso il suo ruolo centrale, tanto che oggi i suoi locali interni, chiusi al pubblico, presentano coperture in parte distrutte.

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