Una missione sociale ed umanitaria, nata con lo scopo di favorire l'integrazione dei ragazzi provenienti dal continente africano attraverso lo sport. E quest'anno, per la prima volta, l'Africa Academy Calcio, associazione nata nel 2016 per impulso del presidente Franco Marrucci, parteciperà al campionato provinciale amatori Uisp, che prenderà il via lunedì 18 ottobre. Un modo per favorire ulteriormente il percorso di inserimento nella nostra società dei 24 atleti attualmente tesserati, allontanando quegli stereotipi e quei pregiudizi che, purtroppo, circondano ancora spesso le persone provenienti dai territori africani. 

Un impegno, quello dell'Africa Academy Calcio, che ha portato l'associazione ha ottenere importanti riconoscimenti nel corso di questi anni, come la "Menzione Speciale", onorificenza per meriti umanitari conferita dal presidente del Coni Giovanni Malagò, la Pergamena dell'Unicef e l'Oscar per i diritti umani da parte di Africa Premium, consegnato al presidente Marrucci a Milano nelle scorse settimane.

Marrucci: "Una missione umanitaria, i nostri ragazzi vogliono sentirsi normali"

La squadra, che si allenerà al campo "Della Pace" di Shangai, sede anche delle partite interne di Seini Yaffa e compagni, e che negli anni scorsi ha partecipato a diversi tornei in Toscana, è stata presentata nel pomeriggio di venerdì 15 ottobre al circolo Arci Colline, che metterà a disposizione dell'associazione uno dei propri locali per fornire un contributo attivo all'iniziativa.

"Vogliamo ringraziare la Uisp che ci ha accettato nel loro campionato, a differenza di ciò che ha fatto la federazione: volevamo infatti partecipare al torneo di Terza Categoria sulla base di un tesseramento gratuito, come già avvenuto da altre parti in circostanze simili, ma ciò non è stato possibile - ha dichiarato Franco Marrucci -. I nostri ragazzi adesso sono comunque felici: finalmente hanno la possibilità di misurarsi in un campionato vero. Ma la nostra, più che sportiva, è una missione umanitaria: vogliamo dimostrare con i fatti che l'amore per gli altri è la cosa più importante nella vita. Questi ragazzi sarebbero restati volentieri nelle loro case se nei loro Paesi avessero avuto un lavoro o se non fossero stati tormentati dalla guerra. Il nostro obiettivo - ha concluso - è cooperare tutti insieme per dare loro il diritto di essere dei ragazzi normali, come tutti gli altri".