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Caso Picchi-Pro Livorno 2003, la versione dei genitori dei calciatori: "Nessuna rissa tra le famiglie, soltanto qualche sfottò"

La partita era terminata con dieci espulsi e un presunto parapiglia tra i presenti sulle tribune

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LivornoToday

A seguito degli episodi verificatisi al termine del partita tra Armando Picchi e Pro Livorno Sorgenti, finito con ben dieci espulsi e valevole per il campionato Allievi B provinciali (classe 2003), riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata dai genitori dei ragazzi della Pro Livorno.

"Siamo i genitori dei ragazzi della squadra PLS Sorgenti 2003 e ci vediamo costretti a replicare agli articoli apparsi sulla stampa locale circa i fatti avvenuti sabato 3 marzo a margine della partita di campionato disputata con l'Armando Picchi. Siamo rimasti basiti circa i titoli e i toni usati per descrivere un avvenimento di cui, con ogni probabilità, chi ha scritto non ne è stato testimone oculare. La nostra intenzione non è quella 'omertosa' di sminuire la questione, ma quella di 'gridare' a difesa della dignità morale e sportiva dei nostri ragazzi e quella di noi genitori che li seguiamo e seguiremo con compostezza e correttezza in ogni campo dove saranno chiamati a giocare. Per farvi capire di che tipo di gruppo sia quello composto dai nostri ragazzi, vi basti pensare che sono anni che vincono la 'coppa disciplina', vale a dire il premio per la squadra più corretta del campionato. Ritornando sul fatto, a fine partita non ci sono stati contatti tra genitori, ma solo qualche sfottò tra i ragazzi e magari qualche 'gollettone', ve lo diciamo alla livornese, ma niente di più grave. Ribadiamo la nostra dignità di genitori e l'assoluta attenzione che ognuno di noi ha verso l'educazione dei nostri ragazzi ,che preferiamo vedere correre su un campo di calcio piuttosto che saperli a ciondolare in giro da qualche parte. Riteniamo che praticare sport insegni a chi lo fa valori come lo spirito di partecipazione, dell'amicizia e della sportività, che presuppone anche la cultura della sconfitta. Respingiamo perciò, in maniera ferma e decisa, l'immagine che è stata data di genitori assatanati, attaccati alla rete che incitano, istigano, i propri figli a dare vita a corride contro gli avversari. Pensiamo invece che si stia facendo un polverone intorno a una vicenda che, con un pizzico in più di buon senso, poteva essere arginata, anche perché, e questo è il senso ironico della vicenda, alcuni dei ragazzi espulsi al momento dei fatti erano negli spogliatoi a fare la doccia. Chiudiamo con un pensiero a tutti i nostri "bimbi", anche a quelli dell'Armando Picchi, fate tesoro di questa tesoro di questa brutta esperienza e se in futuro un vostro compagno o avversario o spettatore (genitore) terrà comportamenti antisportivi fatevi avanti e ricordategli che il calcio è uno sport bellissimo, il vostro sport, che deve essere onorato e praticato con serenità e felicità.

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