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Caos Livorno nel cda, Navarra presidente da separato in casa: scontro aperto con i soci, si dimette il consigliere Nitti

Muro contro muro nel consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto portare a una resa dei conti quanto meno chiarificatoria. L'ex numero uno del Frosinone: "Oggi dirò tutto". E intanto si gioca

Serviva più di un passo indietro di qualcuno per farne uno in avanti. E invece le tensioni societarie dei giorni passati si sono acuite nel cda del Livorno calcio di ieri, martedì 22 settembre, concluso senza una resa dei conti che pare sempre più inevitabile per sbrogliare una situazione grottesca. Rosettano Navarra, neo presidente amaranto con il 21% delle quote, sarebbe ancora al timone del club, ma la convivenza con gli altri soci finanziati da Banca Cerea è di fatto insostenibile. Che così non si possa andare avanti, lo pensano tutti i protagonisti in causa, ma al momento nessuno, fatta eccezione per il consigliere Emiliano Nitti (comunicazione istituzionale e deleghe ai rapporti con la lega), sarebbe intenzionato a farsi da parte. È infatti arrivata nel primo pomeriggio di oggi la conferma dello stesso avvocato sulle sue dimissioni dal cda del Livorno.

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Intanto, mentre in società si gioca la partita più complicata degli ultimi vent'anni di storia amaranto, il Livorno scenderà oggi in campo per la prima uscita ufficiale della stagione, ovvero la gara di Coppa Italia contro la Pro Patria (inizio all'Armando Picchi alle 17). Con una squadra imbottita di giovanissimi e totalmente da assemblare, cinque giocatori che al momento si allenano senza contratto e non possono quindi essere a disposizione per le gare (e chissà in futuro), un allenatore di fatto mai presentato e ruoli tecnici-dirigenziali ancora da definire e sui quali si è di fatto consumato lo scontro più acceso tra i soci e il presidente.

"Oggi vi dirò tutto", assicura Navarra che, almeno, continua a metterci la faccia, assumendosi la responsabilità di un mandato che gli garantirebbe piena libertà di scelta in operazioni fino a 100mila euro. Tra quattro giorni, però, se l'AIC non avesse indetto uno sciopero dei calciatori, sarebbe iniziato il campionato. Di certo, non sotto i migliori auspici per un Livorno decisamente in ritardo su ogni fronte.

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