Vincere. Il Livorno deve fare solo questo nel derby di oggi, sabato 26 ottobre, all'Armando Picchi contro il Pisa. Deve vincere e basta. Per la classifica, sicuramente. Per il morale, ché più sotto dei tacchi chissà dove potrebbe andare. E perché è il derby, ovvero la partita più importante dell'anno. Tutto il resto non conta: gli infortunati, le squalifiche, la sfortuna, gli arbitraggi, il tempo, la pressione di una città intera. Servono tre punti, che arrivino con una grande prestazione o dopo 90 minuti di sofferenza ai tifosi non interessa, basta che arrivino. Lo sa Breda, il più a rischio se le cose dovessero andare male, e lo sanno i giocatori, ai quali non saranno perdonate disattenzioni e ingenuità che hanno fatto perdere punti preziosi in questa prima parte di campionato.

Livorno-Pisa, la rivalità oltre un campo di calcio

E per male, sia chiaro, s'intende qualsiasi altro risultato che non sia una vittoria. Un pareggino, anche "rubato" con un rigore inesistente al 95' su azione nata da fuorigioco, sarebbe ugualmente una catastrofe. Probabilmente costerebbe lo stesso la panchina al tecnico amaranto, di certo farebbe partire una contestazione al momento frenata soltanto dalla necessità di stare uniti per la partita della vita. Di seggiolini tirati in campo, in un derby di 18 anni fa, ne abbiamo già visti, ma erano tutti nerazzurri. Di lacrime pure, quasi sempre sul volto dei cugini. Ma, se non fosse abbastanza chiaro, la tradizione rientra nell'insieme di quelle cose che alle 18 di oggi non conteranno niente. E allora forza vecchia Unione, forza ragazzi. Scendete in campo baldi e fieri e fate risuonare l'inno sacro.