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Caos Livorno | Navarra chiede il 34%, i soci respingono l'offerta. Banca Cerea: "Troveranno un accordo". Ma la pazienza è finita

La cifra presentata per assicurarsi la maggioranza non sarebbe stata ritenuta sufficiente dagli imprenditori finanziati dall'istituto bancario. Il tempo passa e in città cresce il malumore, con le scadenze che incombono e il mercato bloccato

"Serve entusiasmo, qui ci sono persone rispettabili. E invece...". E invece la pazienza è finita. Quella della curva Nord, certamente, e probabilmente non solo, se il sindaco Luca Salvetti ha convocato i soci del Livorno calcio a Palazzo civico preoccupato per una situazione dai contorni quantomeno poco chiari. E per quanto Luca Paolo Mastena, presidente di Banca Cerea contattato da LivornoToday, a ieri lunedì 28 settembre palesava l'ottimismo di un'intesa che "vedrete, prima o poi si troverà", pretendendo inoltre maturità ("a Livorno siete stati capaci di critcare Spinelli che vi ha portati in Europa League"), fiducia ("date tempo, sotto la paglia maturano le nespole") ed entusiasmo ("il Carpi ha vinto all'esordio 2-0 con sei giovani), la verità è che tra i soggetti finanziati dal suo istituto e l'attuale presidente del Livorno, Rosettano Navarra, un accordo è lontano anni luce e l'umore della piazza ai minimi storici. A maggior ragione dopo la giornata di ieri, quando l'ex numero uno del Frosinone ha presentato a mezzo posta certificata un'offerta per rilevare il 34% della società che i piemontesi avebbero tuttavia ritenuto inadeguata, respingendola e preparando le prossime mosse per scalzare il socio-rivale. Il tutto, peggio che mai, mentre incombono scadenze e pagamenti, con il rischio penalizzazioni sempre dietro l'angolo, e il mercato in entrata è bloccato fin quando non sarà versata una fideiussione di circa un milione che sblocchi gli acquisti. 

Caos Livorno | Navarra e i soci di Banca Cerea tentano la scalata. Ma nessuno vuole vendere le proprie quote 

Un braccio di ferro infinito che, se da una parte deprime l'ambiente amaranto, dall'altra ha invece avuto l'effetto di compattare la curva Nord. Che adesso, per il bene del Livorno, vuole "chiarezza da questa società di fantasmi". Lo dicevano almeno trecento supporter, radunati lunedì sera per decidere le iniziative comuni da intraprendere e far sentire la propria voce con i nuovi e i vecchi proprietari del Livorno. "Nessuno può permettersi di umiliarci, il Livorno siamo noi", il coro urlato insieme a quello per l'indimenticato Fabino Bettinetti, storico componente della Nord. Un confronto dove sono emerse tutte le brutte sensazioni e le preoccupazioni di questi giorni, con il malcontento che adesso rischia di trasformarsi in rabbia da non sapere neppure contro chi rivolgere.

Mastena (Banca Cerea): "Imprenditori finanziati sono dei galantuomini"

"È una vergogna che non si sia presentato nessuno - il parere diffuso - a noi non importa di chi sia la colpa di tutto questo. Devono venire allo stadio, presentarsi, dire chi comanda, quali sono i progetti della società e fare chiarezza. E se non ne hanno intenzione, valuteremo come agire". Una presa di posizione precisa ben lontana da quell'entusiasmo richiesto dal presidente di Banca Cerea. "È una situazione di democrazia - stigmatizza Mastena - in cui ci sono vari imprenditori che partecipano a una compagine societaria. Spinelli dice che dovrei essere io a far trovare loro un accordo? È uno scarico di responsabilità: deve essere il commendator Spinelli, ovvero la persona più saggia del gruppo, a creare un clima disteso in modo che il Livorno calcio possa condurre un campionato all'altezza della situazione, anche con la potenzialità di andare in serie B".

Intanto il tempo passa e la fiducia nei nuovi proprietari, se mai c'è stata, è già venuta meno. Con la situazione sempre più grave e l'incubo di incappare già nei primi punti di penalizzazione se non verranno rispettate certe scadenze. "Gli imprenditori che abbiamo finanziato sono dei galantuomini - attacca Mastena - e invece ci si permette di scrivere su internet che sono dei disonesti, dei prestanome e di dubbia accertata moralità. Chi lo fa ne risponderà alla polizia postale. Noi crediamo di aver finanziato delle persone corrette e senza problemi".

"Lamanna? Io non mi intendo di calcio e Roberto è il consulente della banca per le questioni calcistiche - conclude -.  È normale che una banca si tuteli nelle operazioni finanziarie con uomini di fiducia. Ad ogni modo anche a Carpi sta facendo molto bene e se lo vorranno dentro il Livorno lo decideranno i soci, non la banca che non ha alcun ruolo se non dare dei consigli. Come, ad esempio, spendere meno, puntando sui giovani. Il mercato? È fermo per tutti, si muoverà il 5 ottobre, ma il Livorno ha già troppi giocatori, prima deve vendere". Parere, ci auguriamo, di chi veramente non si intende di calcio e, speriamo, non si occupi di questioni tecniche. Il primo ad esserne poco entusiasta non sarebbe un tifoso qualunque, ma l'allenatore del Livorno, Alessandro Dal Canto.

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