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Livorno, Tramezzani detta la linea: "Senso di appartenenza e voglia di soffrire"

Presentazione ufficiale per l'ex tecnico di Lugano, Sion ed Apoel Nicosia, chiamato a prendere il posto di Roberto Breda sulla panchina amaranto: "Ritrovare fiducia ed entusiasmo"

Eccolo Paolo Tramezzani, colui che sarà chiamato a risollevare le sorti di una stagione per il Livorno fin qui, come ammesso dal capitano Andrea Luci, disastrosa. Spetterà infatti all'ex allenatore di Lugano, Sion ed Apoel Nicosia tirare fuori dalle sabbie mobili della classifica gli amaranto, attualmente impantanati all'ultimo posto con appena undici punti raccolti in quindici giornate. Un pessimo rendimento pagato con l'esonero da Roberto Breda, dal quale Tramezzani eredita una formazione in piena crisi d'identità. L'ex difensore, alla vigilia della gara con il Benevento, in programma sabato 14 dicembre alle 18 all'Armando Picchi, è stato ufficialmente presentato al Centro Coni di Tirrenia. Al suo fianco il direttore sportivo Elio Signorelli.

Signorelli: "Colpiti dal suo entusiasmo"

"Noi ce la metteremo tutta per raggiungere la salvezza – ha detto Signorelli -. Tramezzani ha fatto molto bene all'estero, ha avuto una grande crescita e spesso l'ho incontrato a giro per i campi. Nel colloquio con Spinelli ci ha trasmesso grande entusiasmo e voglia di fare bene: questo ci ha subito colpito".

Tramezzani: "Senso di appartenza e voglia di soffrire: ripartiamo da qui"

È stato poi il tecnico a prendere la parola: "Ho scelto Livorno perché mi dà la possibilità di fare quello che amo – ha esordito Tramezzani – e perché credo che si siano i presupposti per fare bene. Questa per me, dopo alcune esperienze all'estero, è una grande opportunità: voglio dare tutto me stesso a questi ragazzi. Poi c'è una cosa che mi ha subito colpito: la notte in cui sono venuto a Livorno, per la strada ho visto una scritta su un muro che dice Livorno è la mia città. Ecco, questo penso che sia Livorno: senso di appartenenza e voglia di soffrire".

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Tramezzani ha poi parlato del momento degli amaranto: "La squadra la conosco, l'ho vista giocare diverse volte e credo che abbia buone qualità. Deve ritrovare fiducia ed entusiasmo, adesso c'è un po' di preoccupazione ed amarezza, ma è normale vista la situazione di classifica. Dovremo essere bravi a reagire alle difficoltà: i ragazzi devono capire che se vogliano rimanere a certi livelli devono dare qualcosa in più. Con il Benevento - ha proseguito - chiederò loro di fare una partita di testa e di cuore: dovremo uscire dal campo con la consapevolezza di aver dato tutto, una squadra che lotta per la salvezza deve avere questa determinazione. In questo momento l'aspetto tattico non può essere separato da quello mentale. Oggi siamo una squadra che fatica, dobbiamo crearci un'identità ben precisa: nelle partite che ho visto è sembrato che mancasse la consapevolezza della classifica, ci vorrà una mentalità diversa. Io voglio che la squadra non molli mai: se non riuscirò a trasmettere questo, significherà che avrò fallito. Il disagio si sente e si vive, anche dal punto di vista ambientale. Io, però, non voglio fare appelli: dovremo essere noi a far riavvicinare la gente con le prestazioni".

"Fiippini? Ci darà una mano, ma le decisioni le prendo io"

Il tecnico ha poi analizzato la rosa a disposizione: "Problemi in attacco? Io sono convinto che davanti abbiamo le qualità per fare meglio, dobbiamo però fare di più in fase di costruzione, accompagnando gli attaccanti con gli inserimenti dei centrocampisti. Conoscevo già Plizzari e Del Prato perché li ho seguito con l'Under 21, ma da oggi si riparte da zero: considero tutti nella stessa identica maniera. Mazzeo? Mi ha dato moltissima disponibilità, da lui e dai giocatori di maggior esperienza mi aspetto qualcosa in più. Se ritrova la vena del gol per noi può essere importante: con il Benevento giocherà. Modulo? Nella mia carriera ne ho usati diversi, ma parlando di numeri si rischia di ridurre tutto: conta lo spirito, non i moduli. Abbiamo giocatori bravi come Marras e Marsura, che hanno lo spunto a livello individuale, ma vanno trovate anche delle alternative. Noi oggi dobbiamo essere concreti e prima riusciamo ad arrivare nelle zone pericolose di campo, meglio è".

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Infine, alcune battute sul ruolo di Filippini e sull'imminente mercato di gennaio: "Antonio sarebbe stato il classico giocatore che ci vorrebbe in questo momento. Lo conosco per averci giocato spesso contro, lui può darmi una mano perché sa cosa significa indossare questa maglia, ma le decisioni le prendo io. Per il mercato è ancora presto, la società mi ha mostrato un'apertura per migliorare questa squadra, ma da qui a gennaio ci sono ancora quattro partite: adesso sto pensando solamente a questo".

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