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Livorno, il ds Rubino: "Ai playout tutti avrebbero paura di noi. Società? Mesi disastrosi, da gennaio maggior stabilità"

Il direttore sportivo degli amaranto ottimista in vista degli ultimi novanta minuti della stagione regolare: "Oggi tutti ci temono, abbiamo ancora le nostre carte da giocare"

Una partita da dentro o fuori. Il Livorno, reduce dall'amaro pareggio con la Pro Patria, si giocherà l'accesso ai playout negli ultimi novanta minuti del torneo nello scontro diretto contro la Pro Sesto, in programma domenica 2 maggio allo stadio Armando Picchi. Una gara in cui gli amaranto dovranno necessariamente conquistare i tre punti, sperando contemporaneamente che Pistoiese e Lucchese non facciano più di un punto in due. Insomma, una situazione di classifica complicatissima, che mantiene però ancora in vita Mazzarani e compagni. "Noi dobbiamo vincere per non avere rimpianti, poi, in caso di playout, tutti avrebbero paura di noi", ha affermato il direttore sportivo Raffaele Rubino in videoconferenza nella giornata di mercoledì 28 aprile.

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Buongiorno direttore. Immaginiamo che al termine della partita con la Pro Patria ci fosse delusione per il risultato finale: qual è adesso il morale della squadra?
"Il post partita con la Pro Patria è stato pesante, un pareggio subito nel finale fa sempre male, figuriamoci in questa situazione. C'era rabbia e amarezza, ma i ragazzi continuano a credere in quello che è il nostro obiettivo. Il giorno di pausa ha aiutato la squadra a metabolizzare la delusione e ieri, alla ripresa degli allenamenti, i giocatori sono tornati in campo con il giusto atteggiamento: ho visto lo sguardo che serve negli occhi dei ragazzi. La squadra è viva, sappiamo che possiamo giocarci ancora le nostre possibilità".

Ora ci attende la partita da dentro o fuori con la Pro Sesto, ma il futuro non dipende solo da noi.
"Dobbiamo scendere in campo domenica pensando solamente a noi stessi, cercando di conquistare la vittoria per non avere rimpianti. Ovviamente poi attenzioneremo cosa succede sugli altri campi: Giana Erminio-Pistoiese e la nostra sono forse due partite più determinanti rispetto a Renate-Lucchese, ma mi aspetto il massimo impegno da parte dei nerazzurri, visto che arrivando terzi potrebbero usufruire di grandi vantaggi nei playoff. Un doppio pareggio nelle altre due gare sarebbe un dramma, visto che un eventuale arrivo a tre ci penalizzerebbe".

La squadra è cresciuta molto nelle ultime settimane: c'è quella carica giusta per cercare di raggiungere i playout?
"Io come mentalità e atteggiamento sono abituato a non arrendermi mai, non voglio mollare e guai se i ragazzi avessero un minimo pensiero di farlo, ma so che non sarà così. Oggi siamo una squadra che tutti rispettano, nelle ultime settimane, eccezion fatta per la partita di Lucca, abbiamo sempre segnato oltre a fornire buone prestazioni. Abbiamo dimostrato di essere tecnicamente validi e adesso in tanti ci temono: raggiungere i playout alla fine di una lunga rincorsa con entusiasmo e determinazione potrebbe mettere paura agli avversari".

Quella vissuta è stata una stagione estremamente travagliata, con la rosa continuamente stravolta.
"La nostra è stata un'annata fin dall'inizio in salita, dobbiamo mangiarci le mani fino al gomito. Sono successe tante cose in questi mesi e abbiamo fatto praticamente tre campionati diversi in uno. Per quanto riguarda la parte finale sono soddisfatto al 90%: avrei infatti voluto migliorare ancora questa squadra, ma non mi sono state date le disponibilità. Questo è il mio più grande rammarico".

Quale ulteriore rinforzo aveva in mente?
"Avrei voluto prendere un altro difensore per completare la rosa, sarebbe stato il tassello giusto per noi. Non ho dormito notti intere per non essere riuscito a completare il lavoro, ma il nostro è stato un mercato di costruzione, non di riparazione. Ricostruire la squadra il 3 febbraio è stato complicato, questo ci ha poi costretto a perdere del tempo per creare il giusto amalgama e la giusta coesione nel gruppo. La squadra di oggi è valida e mi piace, sarebbe stato meglio aver avuto qualche giorno in più per poterci lavorare".

La vera fisionomia di questa squadra probabilmente si è iniziata a vedere solamente da fine febbraio, dalla partita con la Pergolettese. Concorda?
"In quel momento avevamo ancora Braken indisponibile ed abbiamo perso tante partite per 1-0, mentre nelle ultime partite abbiamo sempre segnato, dimostrando che questa squadra ha il gol nelle gambe. Probabilmente quelle gare perse senza segnare avrebbero avuto un esito diverso con l'olandese a disposizione. Sono punti che oggi probabilmente pesano sulla nostra classifica".

Cosa ne pensa delle continue voci sulla società? E il suo futuro invece quale sarà?
"Sulle questioni societarie non voglio esprimermi, io penso solamente al campo. Ho ancora un anno di contratto e la mia volontà è raggiungere la salvezza per poterlo onorare, dato che in caso di retrocessione viene meno il contratto da professionista. In questi mesi non ho mai mollato e non mi sono mai messo da parte, nonostante le dinamiche disastrose che ci sono state a lungo in società. A partire da gennaio, invece, è stata trovata linearità". 

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