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Cortomuso, Manu Chao trascina il Caprilli: "La vida es una tombola, Livorno canta con me". Video

L'artista franco-spagnolo trascina il pubblico che si lascia andare a canti e balli per il gran finale del festival all'ippodromo

Ci sono concerti che a sedere non si possono proprio vedere. Anche quando sono in formazione acustica e, soprattutto, con una emergenza sanitaria ancora in corso che impone regole precise, tra cui quella di costringere il pubblico a rispettare le distanze rimanendo incollato al proprio posto rigorosamente numerato. Ma se a salire sul palco è Manu Chao, spirito libero e anticonformista già prima di diventare artista apprezzato in tutto il mondo, ecco che il banco salta e, insieme, salta un popolo intero. Il suo, quello livornese precisamente, che nell'ultima serata del Cortomuso Festival, andata in scena domenica 29 agosto, si lascia trascinare dal sessantenne voce di "Me gustas tu", canta con lui, balla e chiede il bis di uno spettacolo che dura due ore piene tra pezzi intramontabili anche se rivisitati, accompagnato alla chitarra dall'argentino Luciano Felico e alle percussioni dall'uruguagio Mauro Mancebo.

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La partenza è soft, ma a scaldare i 1500 dell'ippodromo Caprilli il cantautore franco-spagnolo ci mette un attimo. Le regole, per un figlio di emigrati in fuga dal regime franchista, amico di Don Gallo e Maradona, che lucha por la paz y la justicia, valgono il giusto. "La vida es una tombola, Livorno canta con me" incita Manu Chao ricordando el Diego che, in sogno, gli avrebbe confessato lo schifo per il calcio, per la Liga e la Premier League, perché "il calcio è quello dei quartieri, degli amici che giocano in cortile". Che c'entra con un concerto? C'entra eccome, se si conosce Manu Chao, che a vent'anni dal G8 di Genova chiede di cantare per Carlo Giuliani, che fa salire sul palco i lavoratori della Gkn, che accompagna "Bella ciao" con le corde della sua chitarra e il sorriso di chi non perde la speranza.

Cladestino, Bienvenido a Tijuana, Me llaman calle coinvolgono la platea che gioca con l'artista franco spagnolo. Lui suona, ride, mescola testi e canzoni in un medley che si ricongiunge, sempre, in una ballata corale. È il remix di Pinocchio, ma di bugie non ce ne sono. È tutto vero, almeno per una sera. Dove la musica e l'impegno sociale tornano protagonisti, dal vivo, come mancava da troppo tempo. Grazie Manu Chao, arrivederci alla prossima.

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