Santa Lucia, l'opera di Wildt torna a casa e si mette in mostra al Museo Fattori
Venduta impropriamente all'asta per 660mila euro, era finita a un collezionista parigino. Recuperata dai carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è stata restituita all'Asl e da ieri è esposta al museo civico di Villa Mimbelli
Quando ne compresero il valore grazie alla scoperta di un accompagnatore che, riconoscendone l'importanza, restituì all'opera la giusta dignità, alcuni soci dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti di Livorno si opposero alla vendita della scultura Santa Lucia di Adolfo Wildt, poi battuta all'asta dalla casa londinese Sotheby's, nel dicembre 2015, e aggiudicata per 660mila euro da un collezionista parigino. Volevano che quel capolavoro, definito da Sotheby's stessa "l'immagine per eccellenza del più eminente scultore simbolista italiano" e rimasto per anni a prendere polvere su un piedistallo di legno all'ingresso della sede UiciLi in via del Mare, fosse donato alla città di Livorno.
Alla fine, dopo mille battaglie, ci sono riusciti perché, al termine di un'inchiesta giudiziaria che aveva portato al sequestro dell'opera nonché a riconoscerne l'impropria vendita e la Asl quale legittima proprietaria (archiviate, invece, le posizioni di quattro persone indagate a vario titolo per diverse ipotesi di reato tra cui appropriazione indebita e ricettazione), la scultura di Wildt è stata finalmente recuperata dai carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) e riconsegnata formalmente alla città. Sì, perché in un percorso culturale che ha coinvolto l'amministrazione Nogarin, prima, e quella Salvetti, poi, il capolavoro dello scultore simbolista milanese è stato concesso dall'Asl in comodato d'uso al Comune di Livorno, che ha scelto il museo Fattori, dove è esposto da ieri lunedì 7 giugno, per la sua valorizzazione.
Le indagini dei carabinieri e il recupero di Santa Lucia a Parigi
Un momento emozionante quello dello svelamento dell'opera negli spazi del museo civico di villa Mimbelli, alla presenza del capitano Claudio Mauti, comandante del nucleo TPC di Firenze al quale sono andati i ringraziamenti del direttore dell'Asl, Letizia Casani, del sindaco di Livorno, Luca Salvetti, e dell'assessore alla Cultura, Simone Lenzi.
Venduta dall'Unione Ciechi di Livorno a 600mila euro, ma la statua di Wildt era dell'Asl: 4 indagati
"Le indagini - ha spiegato il capitano Mauti in merito all'intera vicenda - sono state avviate dal Comando TPC in seguito all'esposto presentato dall'Asl che rivendicava la proprietà del bene e segnalava la sua vendita illecita. Ipotizzati i reati di appropriazione indebita, alienazione, esportazione illecita e ricettazione nei confronti di quattro persone, tutte le attività negoziali relative alla scultura sono state considerate nulle e l'esportazione dal territorio nazionale e la vendita presso una nota casa d'aste londinese (Sotheby's, ndr), per il corrispettivo di 600mila euro, sono state dichiarate irregolari".
"Il nuotatore" di Umberto Bartoli e le altre sei opere restituite
Nella stessa occasione, il Nucleo fiorentino ha consegnato oggi al Museo “Fattori”anche la statua lignea di Umberto Bartoli “Il nuotatore”, anch'essa frutto di recupero da parte del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, e 6 opere delle collezioni civiche livornesi recuperate nel febbraio 2014 durante le attività che hanno portato al ritrovamento di importantissime opere d'arte asportate dal Museo San Matteo di Pisa, per le quali è stata rilasciata l'autorizzazione alla restituzione da parte dell'Autorità Giudiziaria di Pisa.
Si tratta di dipinti eseguiti tra il XVII e il XX secolo, di autore ignoto, raffiguranti soggetti religiosi, l'allegoria dell'Inverno e un ritratto maschile, che, insieme ad altri sette dipinti, furono affidati nel 1993 a un artigiano accreditato per il restauro dalla Soprintendenza, presso il quale sono stati ritrovati. Dato il tempo trascorso la posizione del restauratore è stata archiviata.